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Scavolini, il risveglio di Beric

La guardia serba spiega la sua rinascita e conferma di credere alla Final Four

PESARO — Sorrisi e rabbia: è lo stato d'animo di Misha Beric il giorno dopo il «ritorno» alla normalità: a Treviso il giocatore serbo è parso per la prima volta liberato dalle sue angosce. Anche se ha sbagliato qualcosa, è parso vivo, coinvolto e partecipe nella manovra della squadra e non spento come nelle ultime uscite. In più ha regalato qualche numero d'alta scuola ricevendo gli elogi televisivi di Dado Lombardi: tanto che, tornando in difesa, un largo sorriso gli ha illuminato la faccia.
«Sì è vero, mi sono accorto che per la prima volta sorridevo dopo tanto tempo. Non lo nascondo: il periodo del dopo-infortunio è stato il più difficile della mia carriera. Non sono contento, però, perché abbiamo perso: sarebbe stata una grande cosa espugnare il campo della capolista, soprattutto perché la Benetton quest'anno in casa sua non ha mai perso».
E' successo qualcosa che ha sbloccato la situazione?
«No, niente di particolare, sono lo stesso che ha segnato 4 punti alla Viola. Ho apprezzato molto, però, quello che ha detto Pillastrini: basta parlare sui giornali del caso Beric, lo aiuterò in privato. Sì, questo mi è piaciuto».
Un'annata strana quella di Misha, finora: con la speranza di recuperare nel finale?
«Lo spero fortemente. Ci tenevo molto a fare bene in una città come Pesaro, che vive di pallacanestro. Ma adesso non è il momento di parlarne, non voglio creare confusione, solo portare serenità e il mio contributo. Una cosa però la vorrei dire: Misha Beric non ha dimenticato come si gioca a pallacanestro. Forse non tutti lo pensano questo, ma qualcuno sì. Lo ripeto: non ho dimenticato come si gioca a basket».
L'orgoglio serbo affiora dietro l'aspetto mite di Beric, che poi sposta l'obiettivo sulla squadra.
«Contro la Benetton è stato bellissimo l'atteggiamento di tutti: una volta di più abbiamo dimostrato che siamo capaci di tutto, nel bene e nel male, purtroppo. Capaci di battere le grandi e fare schifo con le piccole. Gli alti e bassi sono un brutto difetto, ma almeno c'è stato un miglioramento: all'inizio dell'anno con le squadre forti perdevamo sempre».
Capitolo-Eurolega: ci credete ancora alle Final Four?
«Certo. Finchè ci sarà l'1% di possibilità ogni giocatore deve crederci. Se battiamo la Skipper andiamo a Barcellona per provarci e siccome ho già detto che siamo capaci di tutto, possiamo vincere a casa loro. Sarebbe meglio, però, che Barcellona sbancasse Treviso domani: così non dipenderemmo più dai risultati della Benetton ma solo dai nostri».
E il campionato?
«Sono rimaste quattro partite che non cambieranno la nostra posizione. Ma chiudere bene sarebbe importante per il nostro morale in vista dei playoff».
Elisabetta Ferri
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