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Con Heal è un'altra Fillattice

L'australiano ha preso in mano la squadra liberando il talento di Respert e Moltedo

La settimana più esaltante, spettacolare e densa di soddisfazioni biancorosse, di tutta la stagione, purtroppo è terminata. In sei giorni la Fillattice ha ribaltato un pronostico che la vedeva già spacciata e ad un passo dalla Legadue, ricompattando la parte bassa della classifica a suon di vittorie. Tre per l'esattezza. Il filo conduttore è stato sempre lo stesso: Shane Heal grande trascinatore, Toby Bailey nei panni del «guastatore» e il resto della squadra a girare (bene) attorno. Domenica, per esempio, si è rivisto il miglior Moltedo, quasi chirurgico in attacco. I suoi 18 punti, nove dei quali realizzati nell'ultimo periodo, hanno tolto il coperchio alla «zonetta» ordinata da Beugnot, dando ad Imola quel margine di sicurezza che tante volte è mancato. Ma attenzione, non è un caso se la Fillattice, tutto ad un tratto, riesce ad evitare quei finali in volata così indigesti. Il motivo? Ha un nome, ed un cognome, Shane Heal. L'australiano non è solo un mero finalizzatore, un «mangiapalloni», ma uno che sa prendere le decisioni giuste per la squadra. Più semplicemente è un leader, quel leader che Imola avrebbe dovuto prendere ad agosto, dopo la partenza di Esposito. La differenza rispetto a prima è che Mazzon può contare anche su Respert, più libero di offendere e quindi pericolosissimo. Da questa situazione il più penalizzato è, ovviamente, Fazzi, che però sarà importante quando bisognerà aumentare l'intensità difensiva. Non bisogna dimenticare, infatti, che nelle ultime tre uscite i biancorossi hanno viaggiato alla strabiliante media di 94.3 punti realizzati (a fronte di 77.6 subiti). Ripetersi a questi livelli contro Scavolini ed Oregon sarà molto difficile, quindi è meglio non fare affidamento solo sulle doti balistiche, che ora sono di prima fascia.
Finora abbiamo parlato solo del momento di Imola, senza fare accenni alla classifica, ai risultati delle avversarie dirette, al calendario e via discorrendo. Sinceramente, se guardiamo a tutte queste cose ci accorgiamo che la Fillattice è ancora la candidata numero uno alla retrocessione, perché affronta avversarie difficili e perché ha una partita in meno a disposizione. Arrivare a Milano con la possibilità di giocarsi tutto sarebbe già un bel traguardo e Mazzon non lo ha mai nascosto, anzi in cuor suo lo ha sempre sperato e lo spera tutt'ora.
Federico Boschi
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