SIENA – La storia torna a bussare alle porte di viale Sclavo, la Mens Sana ha ancora una volta il compito di rispondere presente. Montepaschi-Hapoel Migdal Gerusalemme catalizza l’attenzione di un martedì notte che Siena attende da una vita trattandosi dell’andata della semifinale di Coppa Saporta, la prima semifinale europea che i colori biancoverdi sono chiamati a giocare nella loro avventura ormai pluriennale consumata sui parquet del Vecchio Continente.
Alle 20.30 il primo atto di un doppio confronto difficile, insidioso per una lunga serie di motivi. Anche quelli che finiscono per esulare dall’ambito cestistico. Di fronte il Montepaschi quinta forza del campionato italiano, squadra predestinata dal suo coach di un grande risultato in coppa, e l’Hapoel, team che si trova al terzo posto nel suo torneo e che, inutile spiegare il perché, giocherà questa semifinale con una carica agonistica fuori dal comune.
Sono reduci da due grandi imprese gli israeliani di Yoram Harush. Hanno fatto fuori lontano da casa sia la Snaidero Udine negli ottavi che il Lietuvos Rytas nei quarti, recuperando nelle gare di ritorno gli svantaggi accumulati nel piccolo impianto di Gerusalemme. E’ un fattore importante da considerare per valutare l’Hapoel come un collettivo di grande carattere, questo anche al di fuori dell’aspetto statistico delle sue prestazioni in Saporta. Le cifre dicono che segna circa 84 punti a partita, che in attacco si appoggia principalmente sul duo formato dall’ala grande Demetrius Alexander (21.4ppg con il 57.4% da 2p) e dal tiratore yugoslavo Sinisa Kelecevic (16.4ppg + 7.5rpg) e che, soprattutto in casa propria, è in grado di stringere bene le maglie in difesa.
Parlavamo di mentalità. Ne ha da vendere Meir Tapiro (14.9ppg), l’uomo della qualificazione ottenuta in Lituania: guardia 27enne nel giro della nazionale, ha messo dentro 20 punti con 10/12 dal campo e 4 recuperi in 33’. Assieme al play Lamont Jones potrebbe dare non poco filo da torcere al duo Stefanov-Gorenc, che pure sulla carta sembra avere una marcia in più.
Per il Montepaschi è bene mettere un’opzione sul biglietto per Lione (sede della finale) già da questa sera: serve insomma una vittoria netta, con uno scarto ampio, per evitare che a Tel Aviv martedì prossimo si rischi di sciupare un’occasione davvero clamorosa. Parola d’ordine? Dimenticare Roma, la sconfitta e ancor di più l’atteggiamento con il quale si è scesi sul parquet.
Matteo Tasso
Alle 20.30 il primo atto di un doppio confronto difficile, insidioso per una lunga serie di motivi. Anche quelli che finiscono per esulare dall’ambito cestistico. Di fronte il Montepaschi quinta forza del campionato italiano, squadra predestinata dal suo coach di un grande risultato in coppa, e l’Hapoel, team che si trova al terzo posto nel suo torneo e che, inutile spiegare il perché, giocherà questa semifinale con una carica agonistica fuori dal comune.
Sono reduci da due grandi imprese gli israeliani di Yoram Harush. Hanno fatto fuori lontano da casa sia la Snaidero Udine negli ottavi che il Lietuvos Rytas nei quarti, recuperando nelle gare di ritorno gli svantaggi accumulati nel piccolo impianto di Gerusalemme. E’ un fattore importante da considerare per valutare l’Hapoel come un collettivo di grande carattere, questo anche al di fuori dell’aspetto statistico delle sue prestazioni in Saporta. Le cifre dicono che segna circa 84 punti a partita, che in attacco si appoggia principalmente sul duo formato dall’ala grande Demetrius Alexander (21.4ppg con il 57.4% da 2p) e dal tiratore yugoslavo Sinisa Kelecevic (16.4ppg + 7.5rpg) e che, soprattutto in casa propria, è in grado di stringere bene le maglie in difesa.
Parlavamo di mentalità. Ne ha da vendere Meir Tapiro (14.9ppg), l’uomo della qualificazione ottenuta in Lituania: guardia 27enne nel giro della nazionale, ha messo dentro 20 punti con 10/12 dal campo e 4 recuperi in 33’. Assieme al play Lamont Jones potrebbe dare non poco filo da torcere al duo Stefanov-Gorenc, che pure sulla carta sembra avere una marcia in più.
Per il Montepaschi è bene mettere un’opzione sul biglietto per Lione (sede della finale) già da questa sera: serve insomma una vittoria netta, con uno scarto ampio, per evitare che a Tel Aviv martedì prossimo si rischi di sciupare un’occasione davvero clamorosa. Parola d’ordine? Dimenticare Roma, la sconfitta e ancor di più l’atteggiamento con il quale si è scesi sul parquet.
Matteo Tasso