SIENA — Commentare una vittoria di 29 punti non è facile neppure per chi deve raccontare la grande prestazione della propria squadra. Figuriamoci, quindi, il povero Yoram Harush. «Nel basket — dice — tutto è possibile e nella storia è successo di tutto. Ma se devo essere onesto ribaltare questo risultato sarà davvero difficile. Noi siamo una squadra giovane e dobbiamo crescere. Questo risultato, per quanto sia brutto, ci farà crescere».
Con uno sforzo Harush cerca di spiegare la sconfitta: «Avevo detto che c'era una grande differenza. La Mens Sana ha un roster composto da giocatori di grande esperienza a livello europeo. Per giocare contro squadre come questa devi essere molto tattico. Noi abbiamo iniziato bene, forse troppo bene. E a quel momento abbiamo pensato di poter battere Siena sul ritmo e sul fisico».
Da una parte la delusione del coach israeliano, dall'altra la felicità di quello turco. «Abbiamo giocato — dice Ataman — una partita come si doveva giocare. E' la prima volta che giochiamo la gara di andata a casa e sapevamo che era importante vincere con un buon risultato. Nei primi 3, 4 minuti abbiamo sbagliato tutto, con la pressione per il risultato che si faceva sentire. Poi, quando abbiamo aumentato l'intensità difensiva le cose sono cambiate. Abbiamo trovato facilmente il contropiede e siamo riusciti ad andare via senza apparente difficoltà. E' rimasto un piccolo passo, ma dobbiamo ricordarci che ci sarà da giocare la gara di ritorno E questa è una squadra che è andata a vincere di 10 punti sul campo di una delle formazioni favorite il Lietuvos Rytas».
La Mens Sana ha una gamba in finale. Ma Ataman è scaramantico: «Che percentuale? 51%».
Più realistico Zukauskas: «E' vero, non possiamo rilassarci. Certo è che il + 29 ci dà un bel margine». Ma insomma, questo Hapoel può vincere di 30 contro Siena? «No — risponde sicuro il litiuano —, credo proprio di no».
L'ultima frase è per il match winner: «Sono contento — sottolinea Naumoski —. Abbiamo giocato alla grande».
Federico Cappelli
Con uno sforzo Harush cerca di spiegare la sconfitta: «Avevo detto che c'era una grande differenza. La Mens Sana ha un roster composto da giocatori di grande esperienza a livello europeo. Per giocare contro squadre come questa devi essere molto tattico. Noi abbiamo iniziato bene, forse troppo bene. E a quel momento abbiamo pensato di poter battere Siena sul ritmo e sul fisico».
Da una parte la delusione del coach israeliano, dall'altra la felicità di quello turco. «Abbiamo giocato — dice Ataman — una partita come si doveva giocare. E' la prima volta che giochiamo la gara di andata a casa e sapevamo che era importante vincere con un buon risultato. Nei primi 3, 4 minuti abbiamo sbagliato tutto, con la pressione per il risultato che si faceva sentire. Poi, quando abbiamo aumentato l'intensità difensiva le cose sono cambiate. Abbiamo trovato facilmente il contropiede e siamo riusciti ad andare via senza apparente difficoltà. E' rimasto un piccolo passo, ma dobbiamo ricordarci che ci sarà da giocare la gara di ritorno E questa è una squadra che è andata a vincere di 10 punti sul campo di una delle formazioni favorite il Lietuvos Rytas».
La Mens Sana ha una gamba in finale. Ma Ataman è scaramantico: «Che percentuale? 51%».
Più realistico Zukauskas: «E' vero, non possiamo rilassarci. Certo è che il + 29 ci dà un bel margine». Ma insomma, questo Hapoel può vincere di 30 contro Siena? «No — risponde sicuro il litiuano —, credo proprio di no».
L'ultima frase è per il match winner: «Sono contento — sottolinea Naumoski —. Abbiamo giocato alla grande».
Federico Cappelli