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Il punto di Demis Cavina

Non più tardi di una settimana fa un noto tifoso dell'Andrea Costa (nonché mio carissimo amico) davanti ad una tazza di caffè sorseggiata in un bar del centro imolese, mi "accusò" di essere stato troppo ottimista quando nell'ultimo articolo scrissi che per Imola i giochi non erano ancora fatti, e che mancavano ancora troppe partite per sentenziare la retrocessione anticipata che tutti davano ormai per certa. E visto come sono andate ultimamente le cose, oltre ad offrirmi un altro caffè per ovvie ragioni scaramantiche, quel tifoso farà bene a ricredersi ed a tornare a sostenere i ragazzi di Mazzon, che nelle ultime gare avranno più che mai bisogno del calore del proprio pubblico per raggiungere la salvezza che sembra alla loro portata, avendo annullato il gap che li vedeva distanziati da Milano (inguaiando anche Reggio e Livorno nella lotta per non retrocedere). La mia convinzione sul possibile recupero, che poi si è concretizzata, era legata ad un famosa "massima" del c.t. Trapattoni, il quale afferma che "non bisogna dire mai gatto finché non l'hai nel sacco", cioè non si deve mai esultare o cospargersi il capo di cenere fino a quando la matematica non ti premia o ti condanna. Ma più seriamente, penso che in aprile le posizioni in classifica possono mutare con più facilità (lo conferma anche l'aggancio della Benetton alla non più solitaria capolista Fortitudo) perché le squadre arrivano nel finale di stagione con differenti stati di forma psico-fisica ed "i crolli" possono accentuarsi quando si giocano più partite in una settimana (come quella trascorsa). Per alcune il calo di rendimento può essere dato dall'appagamento per aver raggiunto in anticipo l'obbiettivo prefissato ad inizio anno oppure, dovuto alla stanchezza di più giocatori che hanno "tirato la carretta" da settembre(soprattutto per chi è impegnato anche nelle competizioni europee). Così diventa molto importante in questa fase, la capacità dei coach di saper spremere da ogni atleta le giuste motivazioni nervose, necessarie per sopperire le carenze atletiche e vincere le partite che contano. In caso contrario non si potrà più imputare al preparatore atletico di avere sbagliato la preparazione di inizio anno (come succedeva fino a poco tempo fa) visto che attualmente, nella maggior parte delle società, l'organico a disposizione degli allenatori non assomiglia neanche lontanamente a quello con cui si aveva lavorato in estate.
Demis Cavina
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