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Cantarello 400 volte in serie A

Il pivot della Snaidero: «La mia fortuna è stata di giocare con grandi club, non ultimo Udine»

Nel match di domenica scorsa contro la De Vizia Davide Cantarello ha tagliato il traguardo delle 400 partite in serie A. Non proprio briciole per il quasi trentaquattrenne pivot di Mestrino che ha iniziato la sua carriera da professionista in A2 in maglia Stefanel Trieste nella stagione 1989-90 per disputare poi altri quattro anni nella massima serie sempre all'ombra di San Giusto. Nel 1994 Cantarello è approdato alla Stefanel Milano rimanendovi fino al 1998, è seguita poi una parentesi di un anno a Cantù e dal 1999 difende i colori della Snaidero.
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Domenica hai vissuto un'emozione particolare?
«Sinceramente l'ho saputo da uno dei collaboratori della società, Luciano Freschi, solamente nel pre-partita, mentre stavo facendo strechting. E' stato un motivo di soddisfazione per una così bella e lunga carriera ma ha pure ingenerato in me la consapevolezza che gli anni passano per tutti. Mi sembra l'altro giorno quando penso a quello che mi dicevano allenatori e compagni più vecchi ad inizio carriera: per diventare qualcuno devi lavorare molto duro. A distanza di tanti anni gioco con lo stesso entusiasmo di allora e pur con qualche magagna in più mi alleno altrettanto duramente».
- C'è un successo nella tua carriera che ricordi con particolare piacere?
«Lo scudetto vinto con la Stefanel Milano nel 1996. Ho avuto la fortuna di militare sempre in club ambiziosi, non ultimo la Snaidero, e le soddisfazioni non sono mancate».
- Tra i tanti campioni con cui hai giocato ricordi uno in particolare?
«L'inarrivabile Dino Meneghin che ho avuto sia come compagno di squadra che come g.m. a Milano. Un super!».
- Nel 1999 l'approdo in A2 in maglia Snaidero.
«Una scelta ponderata e rivelatasi vincente. Pur potendo trovare ingaggio in A1 non mi ha spaventato l'idea di scendere di categoria perchè credevo fermamente nel progetto della società di Majano. E poi alla guida della squadra c'era Matteo Boniciolli, persona che stimo moltissimo».
- Uno dei cori più ricorrenti della Curva è "Cantarello facci un ventello"...
«Non è proprio nelle mie caratteristiche, ma prometto che se accadrà pagherò da bere ai nostri ultrà».
Giovanni Boldarino
Fonte: Il Gazzettino
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