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Mps a un passo dalla finale di Saporta

Palasclavo in festa per la vittoria sull'Hapoel Gerusalemme (98-69)

SIENA - La finale di Coppa Saporta è dietro l'angolo. Il Montepaschi la vede dopo il +29 (98-69) inflitto ieri sera all'Hapoel Gerusalemme nell'andata delle semifinali, dominata in lungo ed in largo dal collettivo mensanino su di un avversario riuscito a lasciare una traccia sul match solamente nei primi 5' di gara.
Poi solo biancoverde sul parquet di viale Sclavo, con il miglior Naumoski della stagione a dettar legge (26 punti, 5/7 nelle conclusioni pesanti, 5 recuperi ed altrettanti assist) e l'urto di Chiacig (22+15+9 recuperi) a stroncare la pur apprezzabile resistenza di Alexander (20+8), unico a salvare la faccia tra gli israeliani, considerato che i 22 di Tapiro arrivano quasi tutti a partita segnata. Ataman manda cinque giocatori in doppia cifra, vede la difesa recuperare 29 palloni, l'attacco tirare con il 53% da 3 punti: una sinfonia mensanina, che dovrebbe resistere anche ai fischi dei tifosi israeliani martedì prossimo a Tel Aviv, campo affatto neutro deciso dalla Fiba per la gara di ritorno.
Niente sorprese nello starting-five del Montepaschi. Troppo importante la posta in palio per fare esperimenti, Ataman lo sa e parte con Stefanov, Gorenc, Zukauskas (che ben si occupa della marcatura del "fromboliere" Tapiro), Topic e Chiacig, quintetto che manterrà inalterato per 12'. Avvio di marca israeliana (4-12 dopo 3'40") grazie alla supremazia nell'area pitturata di Alexander, lungo eclettico che sa prendersi anche responsabilità offensive sul perimetro. Siena si toglie di dosso l'emozione iniziale, inizia a difendere duro sul portatore di palla, cambia in pochi minuti l'inerzia del match: sull'asse Stefanov-Chiacig i padroni di casa confezionano in soli 5' un parzialone di 19-5 che porta anche le firme di Topic e Zukauskas e che chiude il primo periodo sul 23-17.
Alla ripresa va in scena il Topic-show. Milenko è giocatore di classe rotto a tutte le esperienze ed in questi frangenti sa esaltarsi: piazza una bomba dai 6,25 e poi va a schiacciare di prepotenza in canestro dopo un recupero difensivo. Il suo mini-break personale dà il là all'ennesimo devastante colpo di acceleratore degli uomini di Ataman: il pressing a tutto campo ordinato ai biancoverdi dalla panchina frutta recuperi su recuperi e provoca le conclusioni pesanti del nuovo entrato Naumoski (dentro per Stefanov, gravato di 3 falli) e quelle di Zukauskas (14 all'intervallo), che scavano un solco di 22 punti tra le due formazioni. Adesso è il Montepaschi a menare le danze sul 39-17, scarto che si stampa sul tabellone del Palasclavo al 13'.
Si sbraccia il coach ospite Harush, prova a cambiare le carte in tavola chiamando sul parquet Katz, Mizrachi e Peleg ma continua a non trovare via d'uscita per la sua squadra, che paga l'inesistenza offensiva del duo Jones-Kelecevic ed il prevedibile calo di Alexander in corrispondenza all'ascesa di un Chiacig strepitoso, che va al riposo trascinando la Mens Sana 47-29.
L'Hapoel torna in campo usando i gomiti, complice un arbitraggio permissivo e fin troppo incline alla compensazione, il Montepaschi soffre: Tapiro e Jones guidano Gerusalemme alla risalita (57-45 al 25') sfruttando una difesa senese leggermente calata di tono rispetto ai primi 20'. Non trovando la via del canestro dalla lunga distanza, gli esterni di casa appoggiano palla sotto a "totem" Chiacig, che carica di falli i lunghi avversari. A proposito di falli, Stefanov spende il 4° con 11'42" ancora da giocare e lascia spazio alla regia di un Naumoski vecchio stampo, preciso al tiro ed in fase di costruzione: l'italo-macedone si carica la squadra sulle spalle e ne mette dentro 7 di fila per ristabilire le distanze (70-47) sulla sirena di fine terzo periodo.
Il breve black-out del Montepaschi è finito e la luce si riaccende nonostante gli israeliani provino a metterla sulla rissa. Altro fantastico strappo (e altre tre triple di Naumoski) a 3'49" per l'89-53 che diventa massimo margine mensanino grazie anche a 5 punti consecutivi del redivivo Gorenc. Il Palasclavo fa festa, pensando a Lione.
Matteo Tasso
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