SIENA - Il primo ad arrivare in sala stampa è il coach ospite, Yoram Charosh, che ammette: "C'è una grande differenza tra le due squadre, Siena ha gente di primo livello europeo come Stefanov, Chiacig, Topic e Naumoski e contro simili campioni puoi importi solo se imposti una gara tatticamente perfetta. Siamo partiti benissimo, poi qualcosa si è inceppato. Anche nel terzo quarto, quando abbiamo recuperato, abbiamo sprecato palloni importanti. Nel basket può succedere di tutto, ma onestamente sarà difficilissimo ribaltare questo passivo".
E' poi il turno di Ergin Ataman, che gongola: "I miei ragazzi hanno affrontato l'impegno esattamente come deve succedere nel primo round di una doppia sfida a eliminazione diretta. In partenza c'era pressione e c'è stato qualche errore di troppo, ma sapevo che l'intensità difensiva si sarebbe alzata da un momento all'altro, ed è successo. Sono stati tutti bravi, da Zukauskas a Chiacig, Gorenc, Topic e Stefanov, ma il più grande è stato Naumoski, che nel secondo tempo ha preso in mano la squadra e l'ha fatta girare alla perfezione. Mancano ancora 40 minuti, speriamo poi di poter andare tutti insieme a Lione. Avere 29 punti di vantaggio è un ottimo risultato, direi che abbiamo il 51% di possibilità di accedere alla finalissima".
La seconda partita dovrà essere giocata a Tel Aviv. "E' una decisione strana - si sfoga Ataman. - Credo che Israele abbia una grande importanza per Fiba e Uleb, altrimenti non si spiegherebbe. Ci aspettiamo, però, un'altra valutazione da parte della Federazione europea, che non dovrà pensare agli interessi della politica e dei diritti televisivi, ma alla tranquillità di chi deve partire per un paese dove c'è la guerra. Anche se Tel Aviv è un posto meno pericoloso di Gerusalemme, il timore perfino di uscire dall'albergo esiste sempre".
Tra l'altro la Federcalcio di Israele ha stabilito che tutte le gare di club o della Nazionale da giocare contro squadre straniere vengano disputate fuori dai confini del Paese. Gli ultimi avvenimenti hanno reso necessario questo provvedimento drastico, almeno fino a quando non migliorerà la situazione e sarà possibile garantire di nuovo la sicurezza. Questo succede nel calcio. Per il basket, invece, la storia è diversa, tanto è vero che domani L'Ulker sarà di scena proprio a Tel Aviv e farà da apripista alla Mens Sana. Allora, o la pallacanestro gode di un'aura protettiva che la mette al sicuro da qualsiasi rischio, oppure davvero non conta niente. C'è anche una terza via: che ci sia qualche problema nel modo di pensare di chi sta ai vertici del movimento continentale. Quale sarà la verità?
Marco De Candia
E' poi il turno di Ergin Ataman, che gongola: "I miei ragazzi hanno affrontato l'impegno esattamente come deve succedere nel primo round di una doppia sfida a eliminazione diretta. In partenza c'era pressione e c'è stato qualche errore di troppo, ma sapevo che l'intensità difensiva si sarebbe alzata da un momento all'altro, ed è successo. Sono stati tutti bravi, da Zukauskas a Chiacig, Gorenc, Topic e Stefanov, ma il più grande è stato Naumoski, che nel secondo tempo ha preso in mano la squadra e l'ha fatta girare alla perfezione. Mancano ancora 40 minuti, speriamo poi di poter andare tutti insieme a Lione. Avere 29 punti di vantaggio è un ottimo risultato, direi che abbiamo il 51% di possibilità di accedere alla finalissima".
La seconda partita dovrà essere giocata a Tel Aviv. "E' una decisione strana - si sfoga Ataman. - Credo che Israele abbia una grande importanza per Fiba e Uleb, altrimenti non si spiegherebbe. Ci aspettiamo, però, un'altra valutazione da parte della Federazione europea, che non dovrà pensare agli interessi della politica e dei diritti televisivi, ma alla tranquillità di chi deve partire per un paese dove c'è la guerra. Anche se Tel Aviv è un posto meno pericoloso di Gerusalemme, il timore perfino di uscire dall'albergo esiste sempre".
Tra l'altro la Federcalcio di Israele ha stabilito che tutte le gare di club o della Nazionale da giocare contro squadre straniere vengano disputate fuori dai confini del Paese. Gli ultimi avvenimenti hanno reso necessario questo provvedimento drastico, almeno fino a quando non migliorerà la situazione e sarà possibile garantire di nuovo la sicurezza. Questo succede nel calcio. Per il basket, invece, la storia è diversa, tanto è vero che domani L'Ulker sarà di scena proprio a Tel Aviv e farà da apripista alla Mens Sana. Allora, o la pallacanestro gode di un'aura protettiva che la mette al sicuro da qualsiasi rischio, oppure davvero non conta niente. C'è anche una terza via: che ci sia qualche problema nel modo di pensare di chi sta ai vertici del movimento continentale. Quale sarà la verità?
Marco De Candia