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Roma che non t’aspetti

Trascinata da Righetti batte la Scavolini anche senza Myers

ROMA - Attilio Caja grida scacco al re e regala un’altra vittoria alla Virtus lasciando la Scavolini nel tormento. Un capolavoro il suo insieme alla super impresa della squadra guidata da un immenso Jerome Allen e dalla mano calda di Alex Righetti, dopo aver sognato tanto e faticato molto. Priva di Myers e di Handlogten, la Wurth ha saputo imbrigliare la Scavolini con il carattere, la difesa, gli aiuti ai lunghi che, ancora una volta, sono stati all’altezza della situazione non solo perché hanno tenuto a bada Blair e DeMarco Johnson: li hanno messi in un angolo. E nonostante Tonolli non fosse al meglio della condizione.
Vittoria meritata ma sofferta fino in fondo, accolta con furore dopo aver temuto molto negli ultimi 3’ per una decisione sbagliata degli arbitri che hanno annullato una tripla di Allen che avrebbe posto le due rivali a 10 punti di distanza. Il tiro del regista della Virtus era partito a 1’’ dalla fine dell’azione ma Cicoria, senza interpellare il tavolo, non ha convalidato il canestro. Pesaro ha trovato la benzina, lucidità e determinazione e tre canestri (due di Booker, uno di DeMarco Johnson): Roma era vicina vicina, un punto (63-62) e c’era da temere e tremare. Righetti, il più bravo della serata, 10 su 109 per lui dal campo, ha messo dentro 2 punti importanti prima della tripla (a 34’’ dalla fine) di Traina e dopo un’altra decisione dubbia degli arbitri che hanno accordato una rimessa a Pesaro. Pari, spettro del supplementare e della beffa che sarebbe stata ingiusta perché ieri la Virtus di Attilio Caja, un allenatore che sarebbe sbagliato mandare via, ha giocato con il cuore, di squadra, con carattere e con la determinazione delle grandi. Allen è salito in cattedra superandosi nonostante avesse giocato, fin lì, una grande partita. Ha gestito l’ultima azione, ha fatto di tutto per non subire presto il fallo di Middleton che è arrivato a 5’’ dalla sirena. A segno con i due liberi e poi Booker ha tentato la bomba della disperazione che è morta sul ferro. La palla è finita nelle mani di Masper con il Palazzetto in piedi ad acclamare i suoi gladiatori. Wurth con le ali pur essendo alla quarta partita in nove giorni e con soli sette giocatori su cui fare affidamento. «Il successo? E’ merito dei ragazzi - ha spiegato Caja - Allen? Riesce ad essere importante anche quando tira con il 33 per cento».
L’avvio non sembrava promettere bene. Anzi, Pesaro sembrava essere sulla pista di decollo. Gigena ha dato la prima scossa alla gara firmando il +7 (10-17), un divario che pareva destinato a crescere. Il cuore di Roma, la voglia di non arrendersi, Gatto Blair che ha subìto le punture di Callahan e di Masper che lo hanno fermato, Zanelli (l’ex) che nei 14’ in cui è stato in campo ha lavorato benissimo controllando Booker o Pecile, recuperando 3 palloni, mettendoci l’anima. Tutto questo per la reazione della Virtus: il via alla riscossa e dopo la tripla di Allen (un tiro da 9 metri per il 21-21) ecco il canestro in contropiede di Zanelli per il sorpasso. Da quel momento Roma ha sempre tenuto in pugno la gara arrivando ad avere un vantaggio di 11 punti (61-50). Poca ispirazione per Booker, Beric non è ancora guarito, Pecile non ha dato il contributo che il suo tecnico s’aspettava, Middleton (che ha 37 anni) ha mostrato di essere stanco (1 su 6 dal campo per Larry). Gatto Blair non ha fatto quello di cui è capace, Tusek non ha inciso. Pillastrini, il coach di Pesaro che sembra in uscita (arriverà Crespi?) ha parlato di sconfitta gravissima. «Abbiamo giocato con meno energia di Roma. Dovevamo essere devastanti sotto i tabelloni, invece...».
Dicevamo di Caja, il coach che nel 2002 ha conquistato dieci successi su 14 partite. Attilio ha sofferto all’inizio della stagione, ha cambiato la squadra e i risultati non sono arrivati subito. Per questo è stato messo in discussione del patron e non è mistero che Claudio Toti si sia guardato intorno. Errori sono stati commessi nella scelta degli uomini, quelli della prima Virtus (ricordate Shaw, Gilmore e Sheppard?) perché non era stata valutata bene la chimica di quel gruppo zeppo di americani («c’erano mentalità diverse», ha osservato Righetti). Ma l’allenatore non sempre ha avuto al fianco un’organizzazione societaria adeguata. Nessuna critica al gm Natali, solo la constatazione che la Virtus non ha troppe antenne esterne per avere sotto osservazione i giocatori. Per il futuro sarà diverso, ma meglio con questo Caja in panchina.
Carlo Santi

WURTH 67 SCAVOLINI 65
WURTH ROMA: Allen 15 (1/3, 3/9), Marcaccini 3 (0/2, 1/6), Righetti 27 (7/12, 3/7), Tonolli 9 (1/2, 2/7), Callahan 2 (1/1), Zanelli 6 (2/2, 0/2), Masper 5 (2/3, 0/2). N.e.: Del Brocco, Grilli e Santolamazza.
SCAVOLINI PESARO: Booker 14 (6/9, 0/3), Beric 3 (0/0, 1/4), Gigena 4 (2/3, 0/4), DeMarco Johnson 17 (7/14), Blair 13 (6/8), Middleton 3 (0/1, 1/5), Pecile, Traina 9 (0/0, 3/4), Tusek 2 (1/4, 0/1), Maggioli (0/1).
Arbitri: Cicoria e Cerebuch.
Note: parziali: 14-17, 36-34, 55-48. Tiri liberi: Roma 12/15, Pesaro 6/9. Tiri da 3 punti: Roma 9/33, Pesaro 5/21. Fallo antisportivo a Pecile (53-48). Rimbalzi: Roma 34 (10 off., 24 dif.), Pesaro 38 (12 off., 26 dif.). Totali al tiro: Roma 23/58 (40%), Pesaro 27/61 (44%).
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