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I progressi di Bulleri

Parla il grande protagonista del successo di mercoledì sul Barça: «Ora sono tranquillo»

«I titoli dei giornali? Beh, sì, che discorsi: fan piacere, ma finiscono in secondo piano perché l'importante è che vinca la squadra». Alt, non cominciamo con la solita storia. Oggi è di te, di Bulleri Massimo da Cecina che vogliamo parlare. Ma come?.
Contro il Barcellona hai fatto il fenomeno, rubando la scena a Edney e Bell, oscurando una stella di prima grandezza come Jasikevicius, e tu parli di collettivo? «Allora che avreste detto se io avessi fatto la stessa partita e la Benetton fosse stata sconfitta?».
Avremmo scritto: nonostante un grande Bulleri ecc. Però a questo punto bisognerebbe che il diretto interessato spiegasse a cosa è dovuto questo suo splendido stato di forma.
«Mah, niente di particolare. C'è tranquillità, serenità, fiducia nei miei confronti, anche rispetto da parte dei miei compagni. E poi, naturalmente, anche un po' di fortuna». Quantomeno dimostri il coraggio di prenderti le tue responsabilità. «Eh, il coraggio di prenderle non conta molto se poi vai a sbagliare i tiri».
Cosa vuol dire D'Antoni quando afferma: Bulleri ha coraggio, a volte anche troppo? «Chiedetelo a lui. Ma siamo sempre lì: se fai canestro sei un campione, se non lo fai sei un c... Finora m'è andata bene, speriamo che duri».
Far canestro, però anche impedire quelli altrui: la tua difesa di gambe su Jasikevicius è stata degna di un Pittis. «Al contrario dell'attacco, la difesa è dove credo di poter dare sempre il mio contributo. Contro il Barcellona non solo io, ma pure Tyus e Charlie, abbiamo fatto un buon lavoro sul lituano e su Navarro, anche se quest'ultimo era un po' zoppo: dove cominciano i loro demeriti iniziano i nostri meriti, ma l'altra sera sicuramente ci abbiamo messo del nostro». Facciamo un passo indietro: tu hai cominciato a fare il salto di qualità l'anno scorso, quando ti hanno chiamato in nazionale, vero? «Sì. Diciamo che influì parecchio l'infortunio a Marcus Brown, lì Bucchi mi mise in quintetto dandomi un minutaggio importante». Quando rientrasti dalla tournée sembravi sgonfio e qualcuno sentenziò: s'è montato la testa.
«Non era questione di montarmi la testa, è che nel frattempo era tornato Marcus, e davanti avevo anche Naumoski. Il mio tempo di utilizzo scese, e, fare ciò che facevo prima in meno minuti e con una aspettativa più grande non era più facile come prima». Ed allora come spieghi il fatto che oggi giochi 15-20 minuti pur con Edney e Bell nel tuo ruolo? «Non me lo spiego. So solo che in campo a livello mentale sono tranquillo, che so concentrarmi sul mio obiettivo: credo che Mike apprezzi l'intensità e la difesa che ci metto, poi per l'attacco ci possono pensare gli altri. Ovvio, quando mi lasciano solo, io tiro». Torniamo all'attualità: hanno titolato La Benetton va in Final Four: immaginarsi gli scongiuri... «Infatti. Non dimentichiamo che dobbiamo ancora vincere in casa della Skipper, dove loro non ci regaleranno assolutamente nulla. Ma la Coppa non è nemmeno la nostra principale preoccupazione, domani torna il campionato con la trasferta di Cantù: con Bologna una delle due che bisogna vincere».
Malore. Mercoledì sera un tifoso in curva sud è stato colto da malore: cadendo a terra, ha battuto la testa. Fortunatamente non si è trattato di nulla di grave, dopo un esame in ospedale, si è ripreso.
Juniores. La Benetton di Sfriso ha vinto 91-58 a Padova (Basei 19, Gherardini 17) e conduce la classifica con 23-1. Lunedì 15 gran derby alla Ghirada (19.30) con la Reyer.
Silvano Focarelli
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