FABRIANO — E' un sogno. E, per favore, non svegliateci. La Banca Marche Mediterranea Fabriano ha battuto la Kinder Bologna 98-92. Sembrerebbe una burla, se non ci fossero i clakson e i caroselli di auto attorno al PalaIndesit che ancora dopo trequarti d'ora dalla fine della partita stanno lì a testimoniartelo. Fantastico. Perché il team di coach Lasi ha battuto la squadra campiona d'Italia e d'Europa in carica, nonché fresca vincitrice della Coppa Italia. Nei suoi 23 anni di serie A il Fabriano aveva sconfitto una sola volta Bologna, nel lontano 1985 (Honky-Granarolo 81-74). Ma se ieri sera di fronte alla Banca Marche ci fosse stata qualsiasi altra squadra, di punti ne avrebbe presi quaranta. Troppo forte e incredibilmente concentrata Fabriano, capace di arrivare anche al massimo vantaggio di +17 al 17' (49-32), sempre avanti, a condurre, come se fosse lei la regina dei club. Memorabili i ragazzi biancazzurri. Nessuno escluso. Tanto che uno sconvolto presidente Biondi a fine gara annuncia: «Questa squadra è fantastica. Nel prossimo consiglio di amministrazione cominceremo a discutere delle riconferme, perché questi sono uomini da tenersi stretti, in testa l'allenatore». «Una partita incredibile», dirà coach Lasi in sala stampa. «Vittoria meritata di Fabriano», gli fa eco un frastornato Messina. Già, Messina. Al ritorno sulla panchina bolognese dopo una settimana travagliatissima ha cozzato contro un Fabriano in gran serata. E il pubblico biancazzurro prima della gara gli ha tributato un'ovazione mai vista per un tecnico avversario, quindi la società fabrianese gli ha consegnato un riconoscimento (carta intestata filigranata) in segno di stima per la grande professionalità. Applausi, tanti. Quanti i presenti al PalaIndesit: 3.450 spettatori paganti e record stagionale, senza il posto per uno spillo sulle scale.
Ma il fragore più grosso si registra quando lo speaker annuncia che si tratta della centesima partita di Monroe in maglia biancazzurra. Rodney, carico come una molla, ripaga con un avvio di partita da capogiro: dopo sette minuti il tabellone segna 17-9 per i padroni di casa con triplone di Monroe. Una bomba dell'altrettanto scatenato Meeks “doppia" la Kinder sul 22-11, con Messina già costretto a chiamare time-out. Sull'altro fronte Lasi ruota gli uomini a raffica come giovedì sera a Trieste e i risultati, ancora una volta, gli danno ragione (24-17 al 10'). Chi si alza dalla panchina della Banca Marche diventa un leone, che si tratti di Gattoni, Vetra o Bonsignori. Se il primo quarto era stato di Monroe (12), nel secondo lievita Thompson (11) spalleggiato dal prolifico Meeks fino al max vantaggio di +17 già menzionato. Ma Bologna non ci sta e con le unghie si riavvicina 51-43 al 20' (2-11 di break). Contro simili giocatori non ci si può distrarre un momento. E Fabriano lo scopre a sue spese visto che Ginobili, Rigaudeau e Jaric accorciano più volte le distanze (75-67 al 30'). L'ultimo quarto è un continuo tiramolla: grazie ad un super Washington (bravo su Griffith), Fabriano arriva pure a +11 (88-79 al 34') prima che Bologna ritorni a due sole lunghezze (88-86 al 36'). Gli ultimi due minuti sono da infarto. Ma Chandler e Mclinton dalla linea non falliscono. Poi Monroe imbuca i due liberi della staffa (98-92) e Thompson recupera pure il rimbalzo finale prima dell'irrefrenabile invasione di campo. «I fenomeni siamo noi». Cantano i tifosi. Per una notte, è proprio vero.
Ferruccio Cocco
Ma il fragore più grosso si registra quando lo speaker annuncia che si tratta della centesima partita di Monroe in maglia biancazzurra. Rodney, carico come una molla, ripaga con un avvio di partita da capogiro: dopo sette minuti il tabellone segna 17-9 per i padroni di casa con triplone di Monroe. Una bomba dell'altrettanto scatenato Meeks “doppia" la Kinder sul 22-11, con Messina già costretto a chiamare time-out. Sull'altro fronte Lasi ruota gli uomini a raffica come giovedì sera a Trieste e i risultati, ancora una volta, gli danno ragione (24-17 al 10'). Chi si alza dalla panchina della Banca Marche diventa un leone, che si tratti di Gattoni, Vetra o Bonsignori. Se il primo quarto era stato di Monroe (12), nel secondo lievita Thompson (11) spalleggiato dal prolifico Meeks fino al max vantaggio di +17 già menzionato. Ma Bologna non ci sta e con le unghie si riavvicina 51-43 al 20' (2-11 di break). Contro simili giocatori non ci si può distrarre un momento. E Fabriano lo scopre a sue spese visto che Ginobili, Rigaudeau e Jaric accorciano più volte le distanze (75-67 al 30'). L'ultimo quarto è un continuo tiramolla: grazie ad un super Washington (bravo su Griffith), Fabriano arriva pure a +11 (88-79 al 34') prima che Bologna ritorni a due sole lunghezze (88-86 al 36'). Gli ultimi due minuti sono da infarto. Ma Chandler e Mclinton dalla linea non falliscono. Poi Monroe imbuca i due liberi della staffa (98-92) e Thompson recupera pure il rimbalzo finale prima dell'irrefrenabile invasione di campo. «I fenomeni siamo noi». Cantano i tifosi. Per una notte, è proprio vero.
Ferruccio Cocco