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Vescovi chiama la Metis

Il capitano: "Contro Trieste ci giochiamo molto"

"Non c'è nessuno di voi, per quanto umile di nascita, che non abbia un lampo di nobiltà e di orgoglio negli occhi..."
Troppo "forte" un brano tratto da "Enrico V" di Shakespeare per descrivere una partita di pallacanestro ?
Forse, ma intanto, anche se con altre parole, anche capitan Cecco Vescovi, alla vigilia di un appuntamento importante come la gara contro la Coop Trieste, usa gli stessi concetti per "svegliare" la squadra e chiamare a raccolta tutte le forze a disposizione. Tecniche e morali.
Con la speranza (secondo noi mal riposta...) che anche gli americani conoscano il "pensiero" del più grande drammaturgo di lingua inglese, Vescovi parla a ruota libera della situazione venutasi a creare in casa Pallacanestro Varese: Circa un mese fa - commenta Cecco -, guardando il calendario, pensavo che la gara casalinga contro Trieste sarebbe stata determinante per assegnare il settimo posto. Trenta giorni dopo, con grande stupore e rammarico, mi ritrovo a dover fare fare previsioni su un evento che, invece, osservato dalla nostra parte, dovrà consegnarci la salvezza definitiva. Come siamo scivolati dai playoff sicuri al rischio "Legadue" è noto e le responsabilità, come al solito, vanno divise tra tutti. Noi giocatori ci abbiamo messo del nostro e ci siamo complicati la vita all'infinito perché abbiamo perso un paio di partite casalinghe assolutamente alla portata e in trasferta non siamo mai riusciti a fare bottino. La società, dal canto suo, ha visto la squadra perdere per strada pessi importanti e, forse sottovalutando la situazione, non ha fatto nulla per sostituirli in modo adeguato. Allo stesso tempo le altre formazioni sul fondo si sono mosse. Hanno lavorato per cercare di invertire la rotta di collisione con la zona retrocessione e i giocatori importanti e "giusti" per cambiare gli equilibri li hanno trovati. Poi, immancabili in questo ambito così sfortunato, si sono verificati i consueti risultati strani che hanno contribuito a rendere piena di brividi tutta la nostra vicenda.
Imola vincente a Fabriano, Avellino che batte un paio di squadroni, Verona in crescita. Insomma, la classica pioggia sul bagnato...
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- Adesso però alle porte c'è Trieste e tutti i tifosi si aspettano anche il classico raggio di sole. Come giocherete contro la squadra giuliana ?
Prima di tutto bisognerà stare attenti a non ripetere gli errori visti contro Reggio Calabria quando, per eccessiva sicurezza, dopo aver raggiunto un vantaggio di una decina di punti, ci siamo seduti pensando di aver già vinto e, nel finale, c'era in campo una squadra cotta e senza più energie. Contro la Coop, una formazione completa pericolosissima nel reparto guardie, atletica e fisicamente esuberante sotto canestro, bisognerà giocare una gara intelligente e accorta sul piano del ritmo perché, con una squadra come la nostra, spremuta come un limone negli uomini chiave, sarà importante arrivare in fondo con i serbatoi ancora carichi. Dunque - argomenta Cecco - la "benzina", che significa lucidità, per giocare con efficacia i palloni finali. Ovviamente, con una difesa che dovrà aggressiva e intensa per tutti i quaranta minuti, speriamo di poter chiudere prima il match e archiviare una pratica "scottante".
- Lei, in qualità di capitano, dovrà anche spiegare bene ai suoi giovani colleghi americani l'importanza del match di domenica sera...
Credo che se ne siano già resi conto da soli, ma di sicuro in spogliatoio inizieremo a calcare la mano, cercando di far capire agli USA, che per cultura sportiva sono refrettari al discorso retrocessione, che la posta in palio è veramente altissima.
- Dai playoff alla sottile "linea rossa": che cosa le ha insegnato questa stagione ?
La stagione lascerà comunque una lezione e un'amara rivincita. La lezione "generale", che vale per tutti noi, è che non si può mai dare nulla per scontato e che il destino di una squadra può dipendere anche dall'ultimo pallone scagliato da tre punti all'ultimo secondo. L'amara rivincita invece è nel vedere che in situazioni di difficoltà, a tirare avanti la baracca ci sono ancora quegli "italianuzzi" che, fin troppo bistrattati nel corso della stagione, adesso sono chiamati a recitare in pieno la parte di protagonisti. Ragazzi come Zanus e Davolio che, pur non essendo fenomeni, hanno sempre svolto il loro lavoro con dedizione e attaccamento e per tutto l'anno, lontano dai riflettori, hanno portato "mattoni" importanti con una determinazione che merita l'applauso di tutti. Contro Trieste il loro contributo, fatto di qualità tecniche e fisiche, ma soprattutto di orgoglio sarà determinante e su quest'aspetto le società che riempiono gli organici di troppi stranieri, spesso menefreghisti, farebbero meglio a ragionare....
Massimo Turconi
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