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Fabriano, Lasi scarica tutta la sua rabbia

Il coach ferito per i fischi dopo le ultime sconfitte

FABRIANO — E' tornato, puntuale come un orologio svizzero. Tre giorni di permesso dovevano essere e tre giorni sono stati, benchè si trattasse di un viaggetto mica da ridere varcando i confini dell'oceano, per giunta suffragato da motivazioni personali serie e credibili. In una parola, Rodney Monroe ha vinto ancora. Fuori del campo, come dentro, perché se proprio serviva una nuova dimostrazione di professionalità, è arrivata con squillante precisione.
«Lo sapevamo». «Ha solo ritardato di qualche decina di minuti per problemi legati alla restituzione del bagaglio», sottolinea il giemme Pierpaolo Perulli. «Ieri mattina non si è potuto allenare e il suo ritorno al lavoro è slittato alla seduta pomeridiana. Tutto regolare, comunque. Noi sullo scrupolo e sulle qualità morali di Rodney non avevamo il minimo dubbio». La società non lo dice, allora lo diciamo noi. Il rientro senza il minimo posticipo di un americano che lascia sùbito i luoghi natii ai quali è ovviamente affezionatissimo per timbrare il cartellino sportivo è comunque un «avvenimento». E andiamo anche oltre: americani forti sul parquet come Rod al limite se ne potrebbero pure trovare altri, ma così affidabili umanamente e professionalmente, credeteci, in giro non ce ne sono tantissimi…
«Noi ci crediamo». «Il gruppo ha sempre dato il massimo e sono convinto che farà altrettanto in questa situazione. Certo, ora il raggiungemento dei play-off non è più così semplice, ma di sicuro ci proveremo». Parole pronunciate sulla scorta dell'estrema fiducia nella squadra da lui plasmata nei determinanti valori morali, ma anche con la forza della rabbia. quelle di coach Maurizio Lasi. Non lo dice ufficialmente, eppure, sensibile com'è, il coach sta vivendo una settimana difficile contrassegnata dalle ripercussioni dell'ambiente per le tre sconfitte consecutive in cinque giorni. Quei fischi del pubblico dopo lo stop interno con Reggio Calabria l'hanno colpito, un po' come i «sussurri» di una platea a quanto pare insoddisfatta per le tre sconfitte consecutive in sei giorni. «In pochissimi lo hanno sottolineato — ribatte Lasi — però noi al vero obiettivo stagionale, la salvezza, siamo arrivati con oltre un mese e qualcosa come sette partite di anticipo. Certo, poi siamo calati ma i due infortuni contemporanei di Washington e Bonsignori ci hanno privato degli unici pivot di ruolo e ne abbiamo giocoforza risentito. Martinez è stato encomiabile nel sostituirli, ma non si può chiedere la luna a un giocatore arrivato per la prima volta in Italia dopo diversi mesi di assenza dai parquet». Già, ventotto punti, storico nono posto in classifica a quattro turni dal termine e play-off ancora nel mirino: tutto sommato ce ne sarebbe abbastanza per non fare tragedie…
Alessandro Di Marco
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