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I rimpianti della Scavolini

La sconfitta con la Skipper ha cancellato i sogni europei della Vuelle

PESARO — La delusione è cocente perché la Scavolini sentiva ormai il gusto di andarsi a giocare tutto a Barcellona, dove invece andrà solo per il prestigio. E magari per non arrivare ultima nel girone, dopo due colpi di coda - a Bologna e con la Benetton - che avevano riacceso gli entusiasmi.
«Il crollo l'abbiamo avuto alla fine», ha sottolineato Pillastrini che non ci sta a descrivere la sconfitta come una disfatta su tutto il fronte. «Rimanere in partita — dice — fino a 5' dalla fine con le percentuali di tiro terrificanti che avevamo significa comunque esserci, non siamo stati cancellati come il -19 potrebbe far credere». L'aspetto su cui il coach è critico è invece l'atteggiamento difensivo tenuto dai suoi: «Subìre 46 punti nel primo tempo è troppo e ha dato un'impronta in negativo alla partita. In difesa la squadra mi era piaciuta molto di più a Treviso».
Un'aggressività che la squadra aveva trovato solo col quintetto piccolo, con Pecile accanto a Booker, Beric ala piccola e Gigena secondo lungo vicino a Blair: «Con questi abbiamo rimontato e siamo andati pure in vantaggio, ma poi dei problemi di falli mi hanno costretto a cambiare» dice il coach, che non ha potuto contare su Traina, out per il riacutizzarsi del mal di schiena: «Un esterno in più ci avrebbe fatto comodo per tenere più alta l'intensità di gioco».
Analisi tecniche, quelle di Pillastrini. Ma c'è anche chi, come il Ct azzurro Recalcati, ha visto una squadra contratta per il peso del pronostico: «Ho visto una Scavolini molto tesa: evidentemente ha sentito l'importanza della partita e questo gli ha giocato un brutto scherzo. La Skipper era quella che aveva meno da perdere perché era in una situazione disperata e tale rimane nonostante la vittoria. Così Goldwire e soci hanno giocato più distesi e meno contratti e sinceramente Pesaro non ci ha messo neanche tanto agonismo». Sui due azzurri pesaresi così si esprime il Ct: «Pecile? Ha giocato una gara intensa, anche se qualche volta mi piacerebbe vederlo giocare così quando la squadra non è disperata. Lui è un combattente, l'ha fatto vedere agli Europei ma gioca meglio quando la squadra è in difficoltà, il salto di qualità è imparare a gestire le situazioni positive. Maggioli? Considerato che veniva da uno stop, ha messo due canestri importanti che in quel momento hanno permesso alla Scavolini di restare in partita».
Pecile incassa complimenti e critiche e risponde: «Recalcati ha ragione. Ma forse ciò accade perché io cerco sempre di dare tutto e questo si vede di più quando qualcuno molla. Io invece non mollo mai». Quanto alla partita, Pecile non è d'accordo con chi ha visto una Scavolini non troppo determinata: «Ci abbiamo messo l'anima, ma l'inizio impreciso in attacco ci ha demoralizzato anche in difesa: così, costretti a rincorrere, siamo arrivati nel finale non troppo lucidi, con poche energie».
Elisabetta Ferri
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