Il re è ancora senza corona, ed è normale che le cose stiano così. Mike King è arrivato in Italia solo quattro giorni fa, e per questo a Reggio Calabria ha giocato solo 5'. Deve ancora trovare il miglior stato di forma (era fermo da tre settimane), capire i meccanismi della sua nuova squadra e smaltire il fuso cestistico, usuale per chi decolla dalla Cba e atterra in un mondo europeo tutto nuovo. In ogni caso, l'avventura dell'ala americana con la maglia numero 12 della Lauretana è iniziata ufficialmente ieri, al 7' del secondo quarto. E' entrato, ha dovuto difendere su Eubanks e ha cercato di fare qualcosina in attacco.
I suoi numeri parlano di 1 fallo commesso e 0/2 da tre in 5' di utilizzo.
Nulla di più: classiche statistiche da esordio, classiche statistiche impossibili da commentare, classiche statistiche che rimandano al prossimo incontro in casa, con Livorno, quando la Mabo si giocherà la permanenza in serie A e Biella un posto nella griglia playoff.
- Catapultato al Palapentimele, ha subito assistito a una partita da 215 punti. Qual è stato il suo impatto con il campionato italiano?
“Non mi sono sorpreso. Quando ero in Grecia al Near East, avevo guardato qualche partita in televisione, quindi sapevo che il livello del campionato italiano è il più alto d'Europa”.
- Cosa l'ha colpita di più?
“Il fatto di esordire in trasferta. Farlo a Biella sarebbe stato bellissimo. Mi ha colpito anche il pubblico di Reggio Calabria, caldissimo perché la sua squadra stava disputando un incontro da ultima spiaggia”.
- Cosa pensa della Lauretana?
“E' un buon team, e questo mi rende felice. Ha giocatori di orgoglio, di spirito, che sanno cosa vuol dire sudare per una maglia”.
- Quando sarà pronto per dare il suo contributo, Mike King?
“Quando lo deciderà Ramagli. Sono qui per dare una mano, anche se mi rendo conto che arrivare a fine campionato è difficile. In ogni caso, io ci proverò lo stesso”.
- Si sente bene?
“Direi di sì”.
- Come definisce il suo esordio?
“Vorrei sottolineare che è difficile giocare e trovare il feeling con la squadra, restando in campo pochi minuti”.
- Se la sente di fare una promessa al pubblico biellese?
“Sia che io venga utilizzato dieci secondi, sia che il coach mi faccia giocare dieci minuti, con pazienza farò di tutto per aiutare questa squadra”.
- Parentesi curiosa: qual è il suo soprannome?
“Nessuno. Però spesso mi chiamano Will Smith, perché dicono che la mia somiglianza con l'attore americano sia impressionante”.
A. A.
I suoi numeri parlano di 1 fallo commesso e 0/2 da tre in 5' di utilizzo.
Nulla di più: classiche statistiche da esordio, classiche statistiche impossibili da commentare, classiche statistiche che rimandano al prossimo incontro in casa, con Livorno, quando la Mabo si giocherà la permanenza in serie A e Biella un posto nella griglia playoff.
- Catapultato al Palapentimele, ha subito assistito a una partita da 215 punti. Qual è stato il suo impatto con il campionato italiano?
“Non mi sono sorpreso. Quando ero in Grecia al Near East, avevo guardato qualche partita in televisione, quindi sapevo che il livello del campionato italiano è il più alto d'Europa”.
- Cosa l'ha colpita di più?
“Il fatto di esordire in trasferta. Farlo a Biella sarebbe stato bellissimo. Mi ha colpito anche il pubblico di Reggio Calabria, caldissimo perché la sua squadra stava disputando un incontro da ultima spiaggia”.
- Cosa pensa della Lauretana?
“E' un buon team, e questo mi rende felice. Ha giocatori di orgoglio, di spirito, che sanno cosa vuol dire sudare per una maglia”.
- Quando sarà pronto per dare il suo contributo, Mike King?
“Quando lo deciderà Ramagli. Sono qui per dare una mano, anche se mi rendo conto che arrivare a fine campionato è difficile. In ogni caso, io ci proverò lo stesso”.
- Si sente bene?
“Direi di sì”.
- Come definisce il suo esordio?
“Vorrei sottolineare che è difficile giocare e trovare il feeling con la squadra, restando in campo pochi minuti”.
- Se la sente di fare una promessa al pubblico biellese?
“Sia che io venga utilizzato dieci secondi, sia che il coach mi faccia giocare dieci minuti, con pazienza farò di tutto per aiutare questa squadra”.
- Parentesi curiosa: qual è il suo soprannome?
“Nessuno. Però spesso mi chiamano Will Smith, perché dicono che la mia somiglianza con l'attore americano sia impressionante”.
A. A.