PUO´ darsi che in sette si giochi meglio che in dieci: sbagli, stai dentro lo stesso, ti rifai e alla fine una doppia cifra non te la nega nessuno (solo a Marcelic, che però si ferma a 9). Oppure può darsi che l´ideale sia giocare contro uno anziché cinque: più di Chandler Thompson, e dei suoi assalti eroicamente inutili (10/22), Fabriano al PalaDozza non mostra, e i numerini imbellettati dai suo mori a babbo morto non andrebbero neppure pubblicati, per offesa al pudore.
I magnifici sette della Fortitudo sbarcano così il lunario correndo e zompando, oltre ostacoli pressochè inesistenti: Fabriano, in difesa, fa ridere, e quando si mette a zona anche piangere. Però i figli dell´Aquila giocano e, anche davanti a un muro modesto, lo saltano, con buoni approcci e molta volontà. Il +14 finale era un +29 poco prima e, così disossato, qualcuno l´ha anche rimpianto: Boniciolli, per esempio, secondo quanto ha detto in sala stampa il suo vice Roggiani. S´erano parlati a gara finita, poi il coach era corso via dal suo bimbo piccolo, ricoverato in ospedale, lasciando all´altro la trasmissione del suo pensiero. Non ce n´era gran bisogno, intorno a una partita mai nata.
Fabriano non s´è mai messa insieme, la Skipper l´ha fatto subito, intorno a Kovacic, che probabilmente è stato valutato poco, quando non c´era, o c´era per scommessa. Goldwire ha provato a ripetere la buona partita di Pesaro, con qualche svarione in più, molta mira in meno e nessun rischio di rimetterci il risultato. L´ha invece bissata l´umile Marcelic, e sono usciti alla distanza anche Fucka, Milic e Meneghin. Tutta la squadra ci ha messo serietà e passione e aver chiuso qualche portone dello spogliatoio mentre fuori tirava tempesta è stato un merito di giocatori e tecnico: ieri Giorgio Seragnoli se n´è rimasto, come aveva promesso, sul suo sdegnoso Aventino, ma non ha torto nemmeno lui, se ora esige, più che indizi, prove. Non gli mancheranno, sotto forma di scontri diretti per il primo posto, domenica a Pesaro e il mercoledì dopo in casa con Treviso. L´Europa sarà anche finita, ma l´Italia non l´ha ancora conquistata nessuno e provarci è quantomeno doveroso, oltretutto occupando il primo posto.
Ci sarebbe da raccontarla, adesso, ma Fabriano ha sballato la partita in almeno quattro dei suoi 5-americani-5 da quintetto, e tanto basterebbe. Monroe è stato spento dalle trasvolate oceaniche in settimana e magari da qualche cupezza connessa agli stessi voli, ancor prima che dalla applicazione di Marcelic. Si rifarà oggi con gli autografi: se interessa, è alle 15 al negozio Box and One di vicolo Otto colonne. Su Meeks e Washington è meglio stendere un velo, McLinton ha cresciuto tardi, Chandler Thompson s´è battuto come un leone ferito, anche se ne valeva poco la pena. La Fortitudo ha preso un vantaggio tosto in un primo quarto di canestri facili e belli, poi di lì è filata in discesa. Ultima notazione: il palasport era pieno a metà e sarà bene ci pensino, in Lega, a questo basket di disamori lenti ma progressivi, quando oggi si riuniranno per varare il dopo Madrigali. Il candidato premier è il Prandi reggiano che bene si portò ai suoi tempi, ahilui non recenti.
Walter Fuochi
SKIPPER-FABRIANO 103-89
Skipper: Goldwire 18, Marcelic 9, Milic 14, Fucka 18, Kovacic 14, Meneghin 16, Galanda 14, Savic, Mancinelli, Candido.
Fabriano: McLinton 19, Monroe 15, Thompson 28, Meeks 13, Washington 2, Gattoni 7, Vetra, Ferroni 1, Martinez 4. N.e. Semprini.
Arbitri: Reatto e Anesin.
Note: liberi: Bo 13/15, Fa 17/21. Da due: Bo 33/53, Fa 24/46. Da tre: Bo 8/25, Fa 8/23. Rimbalzi: Bo 41, Fa 38.
Parziali: 5´ 10-5, 10´ 30-17, 15´ 43-31, 20´ 54-39, 25´ 65-49, 30´ 83-56, 35´ 89-69, 40´ 103-89. Massimo vantaggio Fortitudo: +29 (83-54) al 29´. Mai in svantaggio.
I magnifici sette della Fortitudo sbarcano così il lunario correndo e zompando, oltre ostacoli pressochè inesistenti: Fabriano, in difesa, fa ridere, e quando si mette a zona anche piangere. Però i figli dell´Aquila giocano e, anche davanti a un muro modesto, lo saltano, con buoni approcci e molta volontà. Il +14 finale era un +29 poco prima e, così disossato, qualcuno l´ha anche rimpianto: Boniciolli, per esempio, secondo quanto ha detto in sala stampa il suo vice Roggiani. S´erano parlati a gara finita, poi il coach era corso via dal suo bimbo piccolo, ricoverato in ospedale, lasciando all´altro la trasmissione del suo pensiero. Non ce n´era gran bisogno, intorno a una partita mai nata.
Fabriano non s´è mai messa insieme, la Skipper l´ha fatto subito, intorno a Kovacic, che probabilmente è stato valutato poco, quando non c´era, o c´era per scommessa. Goldwire ha provato a ripetere la buona partita di Pesaro, con qualche svarione in più, molta mira in meno e nessun rischio di rimetterci il risultato. L´ha invece bissata l´umile Marcelic, e sono usciti alla distanza anche Fucka, Milic e Meneghin. Tutta la squadra ci ha messo serietà e passione e aver chiuso qualche portone dello spogliatoio mentre fuori tirava tempesta è stato un merito di giocatori e tecnico: ieri Giorgio Seragnoli se n´è rimasto, come aveva promesso, sul suo sdegnoso Aventino, ma non ha torto nemmeno lui, se ora esige, più che indizi, prove. Non gli mancheranno, sotto forma di scontri diretti per il primo posto, domenica a Pesaro e il mercoledì dopo in casa con Treviso. L´Europa sarà anche finita, ma l´Italia non l´ha ancora conquistata nessuno e provarci è quantomeno doveroso, oltretutto occupando il primo posto.
Ci sarebbe da raccontarla, adesso, ma Fabriano ha sballato la partita in almeno quattro dei suoi 5-americani-5 da quintetto, e tanto basterebbe. Monroe è stato spento dalle trasvolate oceaniche in settimana e magari da qualche cupezza connessa agli stessi voli, ancor prima che dalla applicazione di Marcelic. Si rifarà oggi con gli autografi: se interessa, è alle 15 al negozio Box and One di vicolo Otto colonne. Su Meeks e Washington è meglio stendere un velo, McLinton ha cresciuto tardi, Chandler Thompson s´è battuto come un leone ferito, anche se ne valeva poco la pena. La Fortitudo ha preso un vantaggio tosto in un primo quarto di canestri facili e belli, poi di lì è filata in discesa. Ultima notazione: il palasport era pieno a metà e sarà bene ci pensino, in Lega, a questo basket di disamori lenti ma progressivi, quando oggi si riuniranno per varare il dopo Madrigali. Il candidato premier è il Prandi reggiano che bene si portò ai suoi tempi, ahilui non recenti.
Walter Fuochi
SKIPPER-FABRIANO 103-89
Skipper: Goldwire 18, Marcelic 9, Milic 14, Fucka 18, Kovacic 14, Meneghin 16, Galanda 14, Savic, Mancinelli, Candido.
Fabriano: McLinton 19, Monroe 15, Thompson 28, Meeks 13, Washington 2, Gattoni 7, Vetra, Ferroni 1, Martinez 4. N.e. Semprini.
Arbitri: Reatto e Anesin.
Note: liberi: Bo 13/15, Fa 17/21. Da due: Bo 33/53, Fa 24/46. Da tre: Bo 8/25, Fa 8/23. Rimbalzi: Bo 41, Fa 38.
Parziali: 5´ 10-5, 10´ 30-17, 15´ 43-31, 20´ 54-39, 25´ 65-49, 30´ 83-56, 35´ 89-69, 40´ 103-89. Massimo vantaggio Fortitudo: +29 (83-54) al 29´. Mai in svantaggio.
Fonte: La Repubblica