ROSETO — Entra in sala stampa per primo il coach dell'Euro, Bruno Impaloni: «Abbiamo giocato un buon primo quarto, subendo un parziale, iniziato da una nostra schiacciata sbagliata con canestro subito a seguire, dal quale non siamo più riusciti a riemergere. Certo, abbiamo mosso bene la palla in attacco, anche se poi abbiamo concesso troppo, ma credo che segnare 46 punti alla Kinder nei primi 20 minuti, negli ultimi due anni, è impresa riuscita davvero a pochissime squadre».
Ai microfoni è poi il turno di Michele Martinelli, che ha chiesto e ottenuto da Ginobili la canotta della gara per suo figlio Chicco. Il presidente rosetano lancia l'ennesima provocazione: «Domani mi tessererò come giocatore del Roseto. Salvo le visite mediche, non credo ci sia qualche norma che possa impedirmi di farlo. In che ruolo giocherò? Non lo so, lo deciderà l'allenatore. Se è una protesta contro il tetto minimo di stipendi deciso dalla Lega? Diciamo che è il mio modo di agire contro una norma inutile, anacronistica e punitiva, che penalizza chi sa far bene il proprio lavoro e quadrare i conti».
Spunta capitan Mario Boni, sereno nell'analizzare il rovescio casalingo contro la Kinder: «La partita poteva decidersi a nostro favore solo nel caso in cui loro avessero avuto una serataccia. Invece ci hanno messo sotto giocando benissimo in attacco e tirando con percentuali stratosferiche».
Insala stampa arriva anche Ettore Messina, infilato dentro una tuta blu. Non c'è molto da dire, ma il coach della Virtus fa comunque il suo compitino con professionalità: «Peccato per Griffith, che ha avuto una distorsione alla prima azione di gioco. La squadra ha comunque giocato molto bene, facendo girare palla in attacco, tirando con i piedi per terra e trovando buone percentuali. Poi, oltre che giocare bene in attacco, abbiamo trovato anche una discreta intensità difensiva che ci ha permesso di recuperare qualche pallone e giocare in contropiede. Il nostro secondo quarto, complessivamente, è stato uno dei migliori in assoluto di questo campionato».
Chiude la sala stampa Manu Ginobili: «So della presenza dello scout dei Chicago Bulls, ma non credo fosse per me, anche perché i miei diritti sono di San Antonio. Non so ancora se andrò il prossimo anno in Nba. La partita ci ha visti giocare molto bene in attacco e anche in difesa, a tratti. Abbiamo avuto un'ottima circolazione di palla e questo si legge nelle statistiche attraverso le percentuali di tiro. Credo che mai, quest'anno, abbiamo mosso palla come questa sera. Sono contento degli applausi dello sportivo pubblico rosetano, che mi ricordo fin dai tempi di Reggio Calabria».
Luca Maggitti
Ai microfoni è poi il turno di Michele Martinelli, che ha chiesto e ottenuto da Ginobili la canotta della gara per suo figlio Chicco. Il presidente rosetano lancia l'ennesima provocazione: «Domani mi tessererò come giocatore del Roseto. Salvo le visite mediche, non credo ci sia qualche norma che possa impedirmi di farlo. In che ruolo giocherò? Non lo so, lo deciderà l'allenatore. Se è una protesta contro il tetto minimo di stipendi deciso dalla Lega? Diciamo che è il mio modo di agire contro una norma inutile, anacronistica e punitiva, che penalizza chi sa far bene il proprio lavoro e quadrare i conti».
Spunta capitan Mario Boni, sereno nell'analizzare il rovescio casalingo contro la Kinder: «La partita poteva decidersi a nostro favore solo nel caso in cui loro avessero avuto una serataccia. Invece ci hanno messo sotto giocando benissimo in attacco e tirando con percentuali stratosferiche».
Insala stampa arriva anche Ettore Messina, infilato dentro una tuta blu. Non c'è molto da dire, ma il coach della Virtus fa comunque il suo compitino con professionalità: «Peccato per Griffith, che ha avuto una distorsione alla prima azione di gioco. La squadra ha comunque giocato molto bene, facendo girare palla in attacco, tirando con i piedi per terra e trovando buone percentuali. Poi, oltre che giocare bene in attacco, abbiamo trovato anche una discreta intensità difensiva che ci ha permesso di recuperare qualche pallone e giocare in contropiede. Il nostro secondo quarto, complessivamente, è stato uno dei migliori in assoluto di questo campionato».
Chiude la sala stampa Manu Ginobili: «So della presenza dello scout dei Chicago Bulls, ma non credo fosse per me, anche perché i miei diritti sono di San Antonio. Non so ancora se andrò il prossimo anno in Nba. La partita ci ha visti giocare molto bene in attacco e anche in difesa, a tratti. Abbiamo avuto un'ottima circolazione di palla e questo si legge nelle statistiche attraverso le percentuali di tiro. Credo che mai, quest'anno, abbiamo mosso palla come questa sera. Sono contento degli applausi dello sportivo pubblico rosetano, che mi ricordo fin dai tempi di Reggio Calabria».
Luca Maggitti
Fonte: Il Resto del Carlino