BOLOGNA — Il sogno continua. Anche se per raggiungerlo, rispetto a tante altre rivali, la Banca Marche avrà a disposizione due sole partite (e non tre). Il sogno continua anche se nelle parole di Maurizio Lasi la speranza lascia il posto all'amarezza per quaranta minuti nei quali i suoi ragazzi non hanno mai rispettato gli ordini di scuderia.
«Abbiamo fatto — attacca il coach di Fabriano — tutto quello che non avremmo dovuto fare. Li abbiamo lasciati giocare, li abbiamo lasciati correre in contropiede. Con una difesa fin troppo molle. E con tutti quei palloni che abbiamo gettato al vento. In difesa, poi, siamo stati fin troppo leggeri. E per superare una Skipper così…».
Riesce a essere arrabbiato senza perdere il sorriso né il senso della misura, Lasi. «Ripeto — dice —, per pensare di battere la Fortitudo dovevamo comportarci in tutt'altro modo. La Skipper, del resto, ha ritrovato i suoi equilibri e già a Pesaro, in Eurolega, aveva dimostrato di essere in grandi condizioni di forma. Noi siamo venuti qui lasciandoli giocare. E non possiamo permettercelo. Nei soli primi due quarti gli abbiamo concesso qualcosa come 14 contropiedi. E quando giochi in questo modo, e lo fai contro la capolista, tutto diventa più difficile e improponibile».
L'analisi spietata dei quaranta minuti del PalaDozza, però, non cancella il grande sogno. E il sogno di Fabriano, che coincide con quello di Lasi, si chiama play-off. «Abbiamo ancora due gare — prosegue il tecnico marchigiano — per provare a entrare nei play-off. Forse è un sogno, forse no. Intanto cerchiamo di ritrovare quell'intensità difensiva che poco tempo fa ci ha consentito di battere tanto i campioni d'Italia della Kinder quanto la Scavolini. Se riusciremo a ritrovare i nostri equilibri, aggiungendo qualcosa in difesa, allora potremo combinare qualcosa di buono».
Ma per farlo la Banca Marche ha assolutamente bisogno del suo cannoniere. E ieri Monroe, rientrato alla vigilia del match dagli States, è stato l'ombra di se stesso. Ben marcato dalla staffetta della Fortitudo (prima Marcelic e poi Meneghin) oppure alle prese con qualche acciacco? «Avete visto come gioca di solito — risponde Lasi — e allora diciamo 50 e 50». Intanto proprio oggi Monroe sarà ospite di Box&One, negozio di articoli sportivi di Bologna, che ha deciso di inaugurare una serie di incontri con i campioni. E lo fa, appunto, cominciando da Fabriano, con il capocannoniere del campionato e con il suo compagno di squadra, Chandler Thompson.
Se Lasi non è soddisfatto dall'altra parte Roggiani (Boniciolli lascia l'impianto in tutta fretta perché suo figlio è stato ricoverato in ospedale), non è da meno. «Ricadiamo — le parole del vice allenatore della Fortitudo — negli errori di sempre. In quello che finisce per essere il nostro peccato originale: l'incapacità di chiudere le partite con largo anticipo. Contro Fabriano ci siamo messi davanti allo specchio, e ci siamo piaciuti. Ma così facendo abbiamo perso qualcosa in termini di cattiveria e determinazione». Quella che, di solito, è in grado di trasmettere Savic. Ma il gigante serbo ha un ginocchio che non gli dà un attimo di tregua. E ieri sera s'è visto…
Alessandro Gallo
«Abbiamo fatto — attacca il coach di Fabriano — tutto quello che non avremmo dovuto fare. Li abbiamo lasciati giocare, li abbiamo lasciati correre in contropiede. Con una difesa fin troppo molle. E con tutti quei palloni che abbiamo gettato al vento. In difesa, poi, siamo stati fin troppo leggeri. E per superare una Skipper così…».
Riesce a essere arrabbiato senza perdere il sorriso né il senso della misura, Lasi. «Ripeto — dice —, per pensare di battere la Fortitudo dovevamo comportarci in tutt'altro modo. La Skipper, del resto, ha ritrovato i suoi equilibri e già a Pesaro, in Eurolega, aveva dimostrato di essere in grandi condizioni di forma. Noi siamo venuti qui lasciandoli giocare. E non possiamo permettercelo. Nei soli primi due quarti gli abbiamo concesso qualcosa come 14 contropiedi. E quando giochi in questo modo, e lo fai contro la capolista, tutto diventa più difficile e improponibile».
L'analisi spietata dei quaranta minuti del PalaDozza, però, non cancella il grande sogno. E il sogno di Fabriano, che coincide con quello di Lasi, si chiama play-off. «Abbiamo ancora due gare — prosegue il tecnico marchigiano — per provare a entrare nei play-off. Forse è un sogno, forse no. Intanto cerchiamo di ritrovare quell'intensità difensiva che poco tempo fa ci ha consentito di battere tanto i campioni d'Italia della Kinder quanto la Scavolini. Se riusciremo a ritrovare i nostri equilibri, aggiungendo qualcosa in difesa, allora potremo combinare qualcosa di buono».
Ma per farlo la Banca Marche ha assolutamente bisogno del suo cannoniere. E ieri Monroe, rientrato alla vigilia del match dagli States, è stato l'ombra di se stesso. Ben marcato dalla staffetta della Fortitudo (prima Marcelic e poi Meneghin) oppure alle prese con qualche acciacco? «Avete visto come gioca di solito — risponde Lasi — e allora diciamo 50 e 50». Intanto proprio oggi Monroe sarà ospite di Box&One, negozio di articoli sportivi di Bologna, che ha deciso di inaugurare una serie di incontri con i campioni. E lo fa, appunto, cominciando da Fabriano, con il capocannoniere del campionato e con il suo compagno di squadra, Chandler Thompson.
Se Lasi non è soddisfatto dall'altra parte Roggiani (Boniciolli lascia l'impianto in tutta fretta perché suo figlio è stato ricoverato in ospedale), non è da meno. «Ricadiamo — le parole del vice allenatore della Fortitudo — negli errori di sempre. In quello che finisce per essere il nostro peccato originale: l'incapacità di chiudere le partite con largo anticipo. Contro Fabriano ci siamo messi davanti allo specchio, e ci siamo piaciuti. Ma così facendo abbiamo perso qualcosa in termini di cattiveria e determinazione». Quella che, di solito, è in grado di trasmettere Savic. Ma il gigante serbo ha un ginocchio che non gli dà un attimo di tregua. E ieri sera s'è visto…
Alessandro Gallo
Fonte: Il Resto del Carlino