VARESE A furia di perdere, la Coop conquista uno strepitoso ottavo posto al termine della Regular season. Come minimo, perché potrebbe anche soffiare il settimo alla Wurth Roma. La nuova sconfitta in trasferta, ieri a Varese, maturata in modo ingenuo con un retrogusto molto amaro in bocca, non le ha in realtà provocato alcun danno. Hanno ceduto anche le sue inseguitrici più immediate, Fabriano e Biella, che dovendo ancora riposare in una delle ultime tre partite, non faranno più in tempo a raggiungerla. Non solo play-off, dunque, per Trieste, ma addirittura l’eventuale bella del primo turno in casa con conseguenti buone possibilità di approdare ai quarti e di sbarcare in Europa. I play-off sono un’altra storia e Trieste avrà due partite in casa per collaudarli: domenica prossima contro Avellino e il sabato successivo contro Roseto, match inframmezzati dalla trasferta di Livorno.
Anche dalla Lombardia, però, così come una settimana prima nel Piemonte, la Coop torna con cattive notizie. Squadra che lotta a Trieste, ma che non ha personalità, che non riesce a imporre il proprio ritmo, il proprio gioco, il proprio volere. A Biella due o tre bombaroli l’avevano spazzolata come polvere dal parquet, a Varese è bastata Davolio: cinque bombe e partita ribaltata. Da «volio»... a «posso» il passo è stato breve per la Metis, non così per la Coop, che prima era riuscita a condurre il match per 32’20”. Mancavano infatti 7’4” quando Krstic ha insaccato la tripla del sorpasso sul 70-69, Washington sul versante opposto ha commesso infrazione di passi, e ancora Krstic è penetrato fino a canestro. Trieste ha tentato di replicare dalla lunetta, ma Davolio l’ha bacchettata forte due volte, insaccando prima la bomba del 75-71 e poi quella dell’80-75, e costruendo così il successo dei lombardi. Dalla lunga distanza hanno provato a replicare Erdmann, Jones e Mazique, ma tutti fuori misura. È riuscito Maric a riaprire la gara con la bomba dell’86-84 a 50” dalla fine, ma la Coop non ce l’ha più fatta a trovare il guizzo per il sorpasso e un fallo antisportivo fischiato allo stesso Ivo ha allargato la forbice del distacco.
Per l’ennesima volta Trieste non ha saputo imporre all’avversaria il suo control-game, ha giocato a campo aperto, puntando tutto sulla fisicità, caricandosi di falli, e quando le sue medie di tiro sono calate è stato il patatrac, anche contro una formazione che solitamente da tre tira molto male.
Spaventosamente in calando la parabola del rendimento dei biancorossi nell’arco della gara. La Coop era infatti andata subito in fuga proprio grazie alle bombe di Erdmann, Mazique e Washington, è riuscita a dar bene sotto la palla a Podestà, ha messo in mostra uno spettacolare contropiede Maric-Jones e con una tripla del play croato sulla sirena ha chiuso il primo quarto ben 15 punti avanti, mentre i giocatori di casa venivano sommersi dai fischi del pubblico.
Ancora Maric ha messo dentro una tripla contro la zona e Trieste ha raggiunto il massimo vantaggio, 16 punti, sul 15-31. C’era anche spazio per lo spettacolo: assist di Maric per Podestà e Casoli, di Jones per Washington. A questo punto però l’intensità difensiva di Varese è aumentata in modo impressionante. Vescovi ha riportato i suoi a un punto già sul 36-37, ma Trieste ha avuto ancora una buona reazione che le ha fatto riprendere anche 13 lunghezze fino al 50-63. Poi ha avuto paura di vincere e a cavallo fra il terzo e l’ultimo quarto ha confezionato la propria resa.
Silvio Maranzana
Anche dalla Lombardia, però, così come una settimana prima nel Piemonte, la Coop torna con cattive notizie. Squadra che lotta a Trieste, ma che non ha personalità, che non riesce a imporre il proprio ritmo, il proprio gioco, il proprio volere. A Biella due o tre bombaroli l’avevano spazzolata come polvere dal parquet, a Varese è bastata Davolio: cinque bombe e partita ribaltata. Da «volio»... a «posso» il passo è stato breve per la Metis, non così per la Coop, che prima era riuscita a condurre il match per 32’20”. Mancavano infatti 7’4” quando Krstic ha insaccato la tripla del sorpasso sul 70-69, Washington sul versante opposto ha commesso infrazione di passi, e ancora Krstic è penetrato fino a canestro. Trieste ha tentato di replicare dalla lunetta, ma Davolio l’ha bacchettata forte due volte, insaccando prima la bomba del 75-71 e poi quella dell’80-75, e costruendo così il successo dei lombardi. Dalla lunga distanza hanno provato a replicare Erdmann, Jones e Mazique, ma tutti fuori misura. È riuscito Maric a riaprire la gara con la bomba dell’86-84 a 50” dalla fine, ma la Coop non ce l’ha più fatta a trovare il guizzo per il sorpasso e un fallo antisportivo fischiato allo stesso Ivo ha allargato la forbice del distacco.
Per l’ennesima volta Trieste non ha saputo imporre all’avversaria il suo control-game, ha giocato a campo aperto, puntando tutto sulla fisicità, caricandosi di falli, e quando le sue medie di tiro sono calate è stato il patatrac, anche contro una formazione che solitamente da tre tira molto male.
Spaventosamente in calando la parabola del rendimento dei biancorossi nell’arco della gara. La Coop era infatti andata subito in fuga proprio grazie alle bombe di Erdmann, Mazique e Washington, è riuscita a dar bene sotto la palla a Podestà, ha messo in mostra uno spettacolare contropiede Maric-Jones e con una tripla del play croato sulla sirena ha chiuso il primo quarto ben 15 punti avanti, mentre i giocatori di casa venivano sommersi dai fischi del pubblico.
Ancora Maric ha messo dentro una tripla contro la zona e Trieste ha raggiunto il massimo vantaggio, 16 punti, sul 15-31. C’era anche spazio per lo spettacolo: assist di Maric per Podestà e Casoli, di Jones per Washington. A questo punto però l’intensità difensiva di Varese è aumentata in modo impressionante. Vescovi ha riportato i suoi a un punto già sul 36-37, ma Trieste ha avuto ancora una buona reazione che le ha fatto riprendere anche 13 lunghezze fino al 50-63. Poi ha avuto paura di vincere e a cavallo fra il terzo e l’ultimo quarto ha confezionato la propria resa.
Silvio Maranzana