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Uno 'stop and go' per la Scavolini

Pesaro vince dopo una gara non entusiasmante e probabilmente condanna Imola alla retrocessione

PESARO - Anche la Scavolini vince il suo Gran Premio, ma il motore di Schumi è di un’altra caratura. Pesaro non è la prima della lista e per poco non cade contro l’ultima. Rischia grosso Pesaro, contro una Fillattice che non molla mai e ci crede fino in fondo. Si parte con le due squadre tinte d’azzurro per celebrare la giornata nazionale dei trapianti di organi, mentre dalla curva si alza prestissimo un ripetuto coro anti-Pillastrini. Non tardano troppo neppure i fischi per gli altri biancorossi (Beric in primis), che si fanno sorprendere dalla partenza di Imola (8-12) e faticano a prenderle le misure. Le percentuali al tiro da fuori sono scadenti e gli ospiti si muniscono di difesa a zona. Lo spirito dei cucinieri è ben diverso da quello degli ospiti, Booker sbaglia tutto, Gigena raccoglie tutto quello che può dalla spazzatura, ma sul -10 (25-35 al 16esimo) il pubblico non ci vede più. Contestazioni a raffica e Juan Moltedo - scatenato - diventa (ritorna) l’idolo più appaludito. Il capitano della Pesaro cestistica segna il primo canestro dopo quasi 18’ e la Scavolini arranca (1/7 nel tiro da 3, 6/10 ai liberi). Nel terzo parziale la musica cambia: i biancorossi di casa mettono tre triple e un appoggio ad opera di Middleton e Tusek e si issano sul +4 (55-51), nonostante per Blair arrivi la quarta penalità. Toccata e fuga per Misha Beric, che in 5’ di utilizzo colleziona comunque un -2 di valutazione. Ma non era meglio provare a recuperarlo da questa partita, risparmiando magari iron-man Booker? Blair svetta sotto i tabelloni, contro un team obbligatoriamente a trazione posteriore. Il massimo vantaggio è opera di un sempre pimpante Pecile (60-54), che controlla meglio Heal di Moltedo. La Scavolini targata Pecile e Gigena macina gioco, ma Imola è sempre lì. A 5’ dal termine al Bpa è in corso un mini-supplementare (70-70), ma Pesaro questa volta è più presente. Alla Fillattice mancano i punti di Heal (2/10), che spreca l’inverosimile, compreso il tiro da 3 del possibile +1 a 30" dalla doccia (fredda). Scatta il momento di Melvin Booker, che rimedia ad una prestazione mediocre con un finale in crescendo. Il play di Pascagoula centra sette punti consecutivi e condanna la Fillattice alla sconfitta. Inutile il rito disperato di Respert, quasi sulla sirena, sul -4 dei suoi. Inspiegabile la rinuncia di coach Mazzon a Moltedo nei minuti decisivi, visto che l’ex di turno (assieme a Gray) stava facendo danni in serie alla difesa locale. Prossima fermata: giovedì a Barcellona, ma il Gran Premio vero comincerà solo tra qualche settimana. Nel frattempo si continui a vincere, grazie.
Camilla Cataldo
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