TRIESTE - Cesare Pancotto, alla guida di Triese, non concede sconti. Con la Telit lo scorso anno, in panchina con la Coop Nordest in queta stagione, nel derby contro Udine ha conosciuto solamente vittorie. Un ruolino di marcia invidiabile che contribuisce a rendere ancora più forte il legame del tecnico di Porto San Giorgio con quella che, a tutti gli effetti, è diventata la sua città.
Udine porta fortuna a Pancotto, dunque?
«Se consideriamo solo i numeri, possiamo dire così – commenta il tecnico –. Voglio dire, però, che la fortuna te la costruisci con il lavoro e sarebbe sbagliato pensare sia solo frutto del caso. La vittoria contro la Snaidero, un’avversaria per la quale avevamo grande rispetto e considerazione, è arrivata in virtù del lavoro di un gruppo che ha saputo superare le difficoltà e vivere nel modo giusto le tensioni di un appuntamento così importante».
Un successo in trasferta che mancava da un po’ di tempo e che può cambiare il futuro della sua squadra in vista della difficile volata finale.
«Penso che una vittoria o una sconfitta, singolarmente, non possano stravolgere le cose. Partendo da questo concetto mi piace pensare che la vittoria contro la Snaidero sia stata il frutto della ritrovata consapevolezza della forza di questo gruppo. Abbiamo saputo giocare una grande gara difensiva, abbiamo ritrovato quella disciplina offensiva indimenticabile per centrare il risultato».
L’obiettivo, adesso, diventa quello di mantenere l’attuale posizione di classifica, un settimo-ottavo posto che concede qualche privilegio nei play-off.
«Credo che oggi, più che alla classifica, dobbiamo pensare a sviluppare a sviluppare al massimo le nostre potenzialità. Ogni giocatore deve cercare dentro di sé le motivazioni necessarie per provare a dare il massimo da qui alla fine del campionato. Nessuno deve pensare di avere acquisito il diritto di giocare, tutti devono lottare per guadagnarsi minuti in campo. Faccio un esempio che, però, deve valere per tutti: in questo momento Cavaliero è sicuro di scendere in campo e poter dare il suo contributo. Questo però non deve diventare il pnto di arrivo, deve essere, invece, la spinta per lavorare più duro. Solo così potremo misurare fino in fondo le nostre ambizioni».
Lorenzo Gatto
Udine porta fortuna a Pancotto, dunque?
«Se consideriamo solo i numeri, possiamo dire così – commenta il tecnico –. Voglio dire, però, che la fortuna te la costruisci con il lavoro e sarebbe sbagliato pensare sia solo frutto del caso. La vittoria contro la Snaidero, un’avversaria per la quale avevamo grande rispetto e considerazione, è arrivata in virtù del lavoro di un gruppo che ha saputo superare le difficoltà e vivere nel modo giusto le tensioni di un appuntamento così importante».
Un successo in trasferta che mancava da un po’ di tempo e che può cambiare il futuro della sua squadra in vista della difficile volata finale.
«Penso che una vittoria o una sconfitta, singolarmente, non possano stravolgere le cose. Partendo da questo concetto mi piace pensare che la vittoria contro la Snaidero sia stata il frutto della ritrovata consapevolezza della forza di questo gruppo. Abbiamo saputo giocare una grande gara difensiva, abbiamo ritrovato quella disciplina offensiva indimenticabile per centrare il risultato».
L’obiettivo, adesso, diventa quello di mantenere l’attuale posizione di classifica, un settimo-ottavo posto che concede qualche privilegio nei play-off.
«Credo che oggi, più che alla classifica, dobbiamo pensare a sviluppare a sviluppare al massimo le nostre potenzialità. Ogni giocatore deve cercare dentro di sé le motivazioni necessarie per provare a dare il massimo da qui alla fine del campionato. Nessuno deve pensare di avere acquisito il diritto di giocare, tutti devono lottare per guadagnarsi minuti in campo. Faccio un esempio che, però, deve valere per tutti: in questo momento Cavaliero è sicuro di scendere in campo e poter dare il suo contributo. Questo però non deve diventare il pnto di arrivo, deve essere, invece, la spinta per lavorare più duro. Solo così potremo misurare fino in fondo le nostre ambizioni».
Lorenzo Gatto