BOLOGNA — Senza storia. Fabriano regge solo un pugno di minuti contro una Skipper che vuole a tutti i costi tenersi stretta il suo primato in classifica, per giocarselo il 24 prossimo nel faccia a faccia con la Benetton. Nella nave marchigiana che cola a picco senza scampo, si salvano solo Thompson (28 punti, 8 rimbalzi), predicatore nel deserto, e il Mclinton che nel terzo quarto prova ad aprire un leggero ombrellino da passeggio sotto l’uragano. Non era serata, evidentemente, contro una Fortitudo che si sta ritrovando poco a poco, con Goldwire che non è ancora lucidissimo al tiro ma comincia a far girare la palla come sa, con Marcelic necessario, Milic esplosivo e Kovacic che è una colonna piantata in mezzo all’area.
Si parte e Thompson fatica a contenere Milic, mentre Kovacic vince il duello con Washington e Fucka incatena Meeks. Milic è ispirato, dal 4-4 trascina i suoi a un parziale di 9-3. E’ la fuga, 15-7 quando Lasi chiama i suoi a riflettere dopo 5’49". C’è un gran lavoro nascosto di Marcelic, che serve palloni d’oro a Kovacic. Il lungo croato ne approfitta e fa sudare Washington, che non riesce a prendergli la targa. Dilaga la Fortitudo e solo Thompson prova a metterci una pezza. Marcelic, uscito allo scoperto, infila la tripla del +11 (25-14). Al primo stop Bologna è a +13, 30-17, e Fabriano è in salita. Nel secondo quarto capitan Gattoni porta sostanza, Meeks mette qualche punto prezioso caricando Galanda di falli. Ma la Skipper controlla, non perde il ritmo. Tocca a Meneghin mettere i punti dell’ennesimo allungo (48-32 dopo 16’30"). Fabriano è alle corde, non trova spazi e si smarrisce nella difesa biancoblù. Un alley-hoop di Goldwire per la schiacciata di Milic, roba da Nba, dà il massimo vantaggio (52-34). Di là c’è davvero solo Thompson a tirare il carro, gli altri sembrano non crederci più.
Dopo la pausa, il disco non cambia. La Skipper non fatica a tenere le distanze, con Kovacic sempre padrone assoluto sotto i tabelloni. Goldwire, dopo il risveglio di giovedì scorso a Pesaro, è sulla strada giusta e la palla gira come non succedeva da un po’, in casa Fortitudo. Tonino il redivivo mette la tripla del + 20 (72-52 a 26’30") e Fabriano va in tilt. Nell’ordine: due conclusioni buttate al vento, quattro palle perse, il terzo fallo di Thompson e il quarto di Washington. Dall’altra parte è un tiro a segno. Solo la sirena salva Fabriano dal ko. Si fa per dire: alla mezz’ora è 83-56, praticamente chiusa. Gli ultimi dieci minuti sono uno scrimmage a porte aperte. Dà segni di risveglio Monroe, fa qualcosa anche Meeks. Quando ormai i giochi sono fatti. Inutile.
Si parte e Thompson fatica a contenere Milic, mentre Kovacic vince il duello con Washington e Fucka incatena Meeks. Milic è ispirato, dal 4-4 trascina i suoi a un parziale di 9-3. E’ la fuga, 15-7 quando Lasi chiama i suoi a riflettere dopo 5’49". C’è un gran lavoro nascosto di Marcelic, che serve palloni d’oro a Kovacic. Il lungo croato ne approfitta e fa sudare Washington, che non riesce a prendergli la targa. Dilaga la Fortitudo e solo Thompson prova a metterci una pezza. Marcelic, uscito allo scoperto, infila la tripla del +11 (25-14). Al primo stop Bologna è a +13, 30-17, e Fabriano è in salita. Nel secondo quarto capitan Gattoni porta sostanza, Meeks mette qualche punto prezioso caricando Galanda di falli. Ma la Skipper controlla, non perde il ritmo. Tocca a Meneghin mettere i punti dell’ennesimo allungo (48-32 dopo 16’30"). Fabriano è alle corde, non trova spazi e si smarrisce nella difesa biancoblù. Un alley-hoop di Goldwire per la schiacciata di Milic, roba da Nba, dà il massimo vantaggio (52-34). Di là c’è davvero solo Thompson a tirare il carro, gli altri sembrano non crederci più.
Dopo la pausa, il disco non cambia. La Skipper non fatica a tenere le distanze, con Kovacic sempre padrone assoluto sotto i tabelloni. Goldwire, dopo il risveglio di giovedì scorso a Pesaro, è sulla strada giusta e la palla gira come non succedeva da un po’, in casa Fortitudo. Tonino il redivivo mette la tripla del + 20 (72-52 a 26’30") e Fabriano va in tilt. Nell’ordine: due conclusioni buttate al vento, quattro palle perse, il terzo fallo di Thompson e il quarto di Washington. Dall’altra parte è un tiro a segno. Solo la sirena salva Fabriano dal ko. Si fa per dire: alla mezz’ora è 83-56, praticamente chiusa. Gli ultimi dieci minuti sono uno scrimmage a porte aperte. Dà segni di risveglio Monroe, fa qualcosa anche Meeks. Quando ormai i giochi sono fatti. Inutile.