Prima di dire sì a Brindisi, Meo Sacchetti si è divertito a fare il turista e lo scrittore. Ha girato per l'Europa ("bellissimo vedere la partita del Liverpool dalla Kop, la loro leggendaria curva. Esperienza unica, lì il calcio riesce ad essere ancora una festa"), è stato in America e ha buttato giù la sua biografia. "Era da un po' che l'idea mi girava per la testa. Mi sono divertito, uscirà a settembre per add editore". Titolo: ''Il mio basket è di chi lo gioca''. "Perché i protagonisti alla fine sono loro, i giocatori. Gli allenatori sono importanti ma non c'è paragone con chi va in campo. Noi dobbiamo cercare di tirare fuori il meglio di loro e fare meno danni possibili". Adesso è tempo di una nuova avventura dopo la lunga esperienza a Sassari (sette anni in cui ha vinto uno scudetto, due coppe Italia e una supercoppa) chiusa con l'esonero dello scorso novembre: "Vacanze ne ho fatte e anche tante, era ora di tornare in palestra, sentire il rumore della palla sul parquet. Sette anni non sono pochi e non si dimenticano. A Sassari tornerò da avversario ad aprile, c'è tutto il tutto per prepararmi, prima li aspetto qui". Sacchetti, perché Brindisi? "Perché mi hanno voluto fortemente. Fa piacere sentirsi desiderato, essere al centro di un progetto, è la prima cosa che conta quando inizio una trattativa. E poi perché parliamo di una piazza importante, che ama la pallacanestro, calda. Con Sassari ci ho giocato diverse volte, siamo saliti in A lo stesso anno (stagione 2009-2010, ndr)''. La squadra è stata ricostruita praticamente da zero. "Sono rimasti Scott e Cardillo, aiuteranno i nuovi a conoscere l'ambiente, a far capire che posto è Brindisi. Credo basteranno pochi mesi". Otto volti nuovi, alcuni alla prima esperienza in Europa. "Sono i giocatori che volevamo, quelli che abbiamo cercato fin dall'inizio. Alcuni non eravamo sicuri di riuscire a prenderli, è stato molto bravo il nostro giemme Giuliani. Sarà una squadra che dovrà correre in campo aperto, fare canestro dal perimetro. Abbiamo scelto di non avere un centro dominante ma di avere lunghi più duttili''. Faccia le presentazioni. "Nic Moore e AJ English avranno molto la palla in mano, dovranno creare e realizzare, saranno il motore della squadra. Agbelese mi ha subito ricordato lo Shane Lawal che ho avuto a Sassari, se rende come lui sono a posto. Robert Carter è un 4/5 bravo a giocare in post basso, Kris Joseph è un'ala con un bel tiro che seguivo già ai tempi di Capo d'Orlando. Amath M'Baye arriva dal campionato giapponese, è un buon passatore, ha la stazza del cinque e le qualità di un'ala". Che campionato si aspetta? "Credo che sarà un torneo simile a quello degli ultimi anni. Milano per budget è fuori portata per molti, ha costruito una squadra lunghissima perché con la nuova formula dell'Eurolega dovrà giocare praticamente due campionati. È la favorita, ma non bisogna dare mai nulla per scontato perché spesso alla fine non ci si prende mai. Io ne so qualcosa. Bisogna essere pronti a cogliere le occasioni che eventualmente si presenteranno, alla fine si gioca sempre cinque contro cinque. Le avversarie? Direi le solite, anche se Reggio Emilia dovrà verificare il nuovo corso senza lituani. Mi piace Avellino, Venezia riparte da una base solida, Sassari ha rivoluzionato il roster ma ha preso buoni giocatori. E come al solito non mancheranno le sorprese". Obiettivi della stagione? "Il primo è entrare nelle prime otto a fine girone di andata e fare le Final Eight di coppa Italia. E' il primo trofeo che ho vinto e ci tengo particolarmente". La società cosa le ha chiesto? "Questo è un club che da quando è arrivato in serie A ha fatto cose importanti, è cresciuto in campo e fuori. Io mi devo divertire, se mi diverto io lo fanno i giocatori e di conseguenza anche chi viene a vederci. Nello sport bisogna puntare sempre al massimo, avere prospettive alte. Poi è logico che ci saranno squadre più forti, ma bisogna provarci sempre. Noi siamo pronti".
Nicola Apicella