Rassegna Stampa

Bertram Yachts Tortona, parla il patron Gavio: "Dal basket la lezione di vita: devi provarci fino alla fine e sai che puoi farcela"

L’imprenditore che guida il club è stato intervistato su “Il Sole – 24 Ore”

Beniamino Gavio

"Devi provarci fino alla finee puoi farcela. Anche se a pochi secondi dalla fine sei sotto di dieci punti". E' uno drgli aspetti "geniali" del basket che hanno stregato Beniamino Gavio che si racconta in una lunga intervista concessa a Marco Ferrando su “Il Sole 24 Ore”, il patron della Bertram Yachts Tortona parla anche del nuovo Palazzetto in fase di realizzazione: “Ci costerà 40 milioni di euro questo polo della pallacanestro dove far giocare tutti i bambini e le bambine della zona e al tempo stesso scommettere su giovani promesse, anzitutto americane, che spesso provengono da zone ben più provinciali della nostra".

Il prossimo anno ci sarà anche il debutto in Europa, per la precisione in BCL: “Allargheremo la rosa, dovremo imparare a gestire un roster più ampio nel modo migliore. La priorità resta l'Italia, dove dobbiamo consolidarci e provare a ridurre il gap con le corazzate del nostro basket".

La sua esperienza da patron è finora molto positiva: “Mi diverto, soffro, mi sono appassionato. E mi fa piacere quando mentre faccio le mie passeggiate in campagna la gente mi ferma, magari scende dal trattore e mi viene a parlare dell'ultima partita. Siamo orgogliosamente provinciali, ci piace andare in giro per l'Italia a portare il nome della nostra città, il suo territorio, le sue ricchezze. Sappiamo che il basket, che la nostra avventura può e deve diventare uno strumento di promozione”.

Gavio è comunque un bel tifoso passionale: “Durante le partite non riesco a stare fermo. Inizio seduto, poi mi alzo e dopo pochi minuti sono già a bordo campo, vicino ai carabinieri. E spesso me ne vado prima che la partita sia finita, non ce la faccio. In questi anni – continua – mi sono arrabbiato un sacco di volte con il presidente e non solo, tanto sapevo che tutto rimane tra noi, è lo sport. Ma poi ho capito una cosa importante: non si deve parlare di una partita prima che siano passate almeno 24 o 48 ore. Le sensazioni vanno fatte decantare, va fatto sfogare il tifoso che è in noi. Solo allora si può cominciare a ragionare”.

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