Intervistato da Pier Bergonzi sul settimanale "Sportweek" de “La Gazzetta dello Sport”, il patron dell’EA7 Emporio Armani Milano Giorgio Armani ha commentato quello che è stato il sesto Scudetto raggiunto durante la sua era all’Olimpia: “Nell’arco della stagione ci sono tanti momenti difficili, ma la squadra li ha superati senza mai perdere di vista quello che stava costruendo, con la convinzione che il lavoro porta lontano, dando il meglio nel momento giusto. Questo terzo Scudetto consecutivo che premio questo atteggiamento orgoglioso di impegno coerente”.
Il presidente del CDA Pantaleo Dell’Orco è anche lui un personaggio chiave di questo club: “Riconosco a Leo una determinazione e una partecipazione uniche. Il suo apporto è sempre fondamentale. Dietro ogni grande squadra deve esserci sempre una grande società sostenuta dalla proprietà e Leo condivide con me questa passione e questo impegno. Non dovrei dirlo io, ma quando andiamo a trovare i ragazzi, o alle partite, avverto un grande senso di riconoscenza da parte loro. Significa che anche nella quotidianità riusciamo a trasmettere tanto”.
Ettore Messina è il valore in più dell’Olimpia? “Non soltanto della squadra ma della società. Lui è un vero leader, ha dato un'impronta organizzativa e il suo staff lo segue. Adesso i ragazzi procedono a occhi chiusi perché si conoscono e sanno cosa vogliono essere. Abbiamo un seguito importante, migliaia di spettatori a ogni partita e abbiamo vinto anche due titoli giovanili. Abbiamo un vivaio meraviglioso che in futuro alimenterà, speriamo, la prima squadra”.
In questi decenni a capo del club meneghino, Armani ha indicato quali sono i giocatori con cui ha legato di più: “Tra quelli che non giocano più da noi, penso a Sergio Rodrìguez, che esprime gioia e sono contento che abbia vinto ancora, e Gigi Datome che ho ammirato per la forza con cui ha deciso di smettere dopo aver vinto l’anno scorso lo scudetto come miglior giocatore delle finali. E non posso non citare Nicolò Melli, il nostro capitano che è arrivato da noi giovanissimo ed è qui ormai da otto anni. Lui è l'anima del gruppo”.
In finale l'Olimpia ha avuto ancora la meglio sulla Virtus Bologna: "Un derby tra due grandi club che hanno fatto la storia del basket. Quando l'Olimpia vinse il primo Scudetto nel 1936, la Virtus Bologna arrivò seconda. Abbiamo grande rispetto e ammirazione per questa squadra, non è mai facile batterla".
Tornando alle origini, Giorgio Armani ha anche spiegato da dove derivi il suo amore per la pallacanestro: "Mi è sempre piaciuto, perché è un gioco di squadra organizzato, rapido, divertente, dove tutto può cambiare anche all'ultimo momento. Lo trovo affine al mio modo di intendere il lavoro: occorre essere attenti, veloci, puntando su forza e determinazione per arrivare all'obiettivo con l'aiuto e il sostegno della propria squadra".