Intervistato da Roberto De Ponti sul “Corriere della Sera”, Ettore Messina ha parlato dei grandi festeggiamenti post Frecciarossa Supercoppa 2024: “E' verissimo, ma fu lo stesso anche nel 2020, dopo la vittoria nell'estate del Covid, e come quest'anno avevamo cambiato molto la squadra. Sentivamo di essere un gruppo che stava crescendo, c'erano sensazioni positive. E ora? Stesse sensazioni, anche se siamo tutti consapevoli che si tratta di un passo importante ma che non determina il valore di una stagione”.
Il roster dell’Olimpia è stato molto ringiovanito: “Volevamo dare alla squadra continuità nei prossimi anni. Avevamo bisogno di avere più atletismo, perché l'Eurolega non ti perdona nulla, al punto che ti devi anche chiedere se alle volte non sia il caso di sacrificare un po' di saggezza cestistica a favore dell'atletismo. Anni fa questa domanda aveva una risposta sola: chi sapeva passare, tirare, palleggiare magari un po' più lentamente, saltando di meno o correndo meno veloce, era certamente preferito. Da qualche anno in Eurolega il fattore atletico è diventato importantissimo”.
Messina ha poi fatto un bilancio del mercato dell’Olimpia di quest’anno: “Abbiamo mantenuto lo stesso budget, importante, dell'anno passato, solo che lo abbiamo distribuito diversamente. Ci sono due top player come Shields e Mirotic, c'è Nebo. Gli altri hanno ottimi contratti ma siamo riusciti a dividerli tra più giocatori. Poi ovvio che, nella testa di tutti, Bolmaro e Dimitrijevic sono due scommesse, due ragazzi che devono affermarsi. Ma gli inizi sono molto confortanti”.
Una squadra giovane può significare avere meno pressione? “Può essere. Ma siamo Milano, non c'è mai meno pressione. Però una differenza c'è: negli ultimi due anni siamo partiti male, con fatica, con giocatori che venivano da Mondiali o Europei, molto stanchi. Quest'anno, come 4 anni fa, abbiamo fatto tutta la preparazione insieme”.