Intervistato da Giacomo Garbisa su “Il Gazzettino – Treviso”, Justin Alston ha raccontato le sue sensazioni dopo il successo contro l’Umana Reyer Venezia: “Cerco sempre di giocare duro e di dare alla mia squadra tutto quello che ho. Poi accada quel che deve accadere. Perciò, non posso che essere contento di questo debutto. Mi hanno detto che la scorsa stagione Treviso aveva sempre perso con Venezia. A maggior ragione, è grandioso iniziare con una bella vittoria nel derby. Però, appunto, siamo solo all'inizio”.
E sabato alle 20.45 ci sarà il debutto casalingo contro la Trapani Shark: “Sì, sono emozionato di giocare davanti ai nostri tifosi. Di sicuro ci daranno una grande carica: spero che il palazzetto sia pieno, questa energia ci aiuterà molto per andare in campo e cercare il successo”.
Alston poi si è aperto raccontando del suo passato: “Ho cominciato a giocare a basket a 10 anni, un po' tardi rispetto ai miei coetanei. Da piccolo ero già molto più alto dei miei compagni e anche i miei genitori mi hanno indirizzato sulla strada giusta. District of Columbia a Washington è il posto perfetto per crescere da bambino. Le estati sono ideali, l'autunno è molto bello, e anche se in inverno nevica non fa mai troppo freddo. E ci sono monumenti, musei, tanta cultura. È la residenza del presidente e c'è sempre qualche evento interessante. Penso sia per questo che mi sento a casa nelle città”.
Com’è Alston fuori dal campo? “Dico sempre che sono un uomo rinascimentale. Non sono perfetto in niente, ma faccio un po' di tutto: mi piace leggere, scrivere poesie, giocare con gli amici, guardare film, fare una passeggiata. Mi piace semplicemente esplorare la città e incontrare persone. Un sogno da realizzare? Nella vita, vorrei creare una mia attività imprenditoriale: ho qualche idea, ma di certo, nel futuro, vorrei lavorare in proprio. Per quanto riguarda il basket, ormai sto invecchiando (ride, ndr): voglio sfruttare al massimo il prossimo paio di stagioni per dare alla mia famiglia il miglior successo possibile".