Intervistato da Francesco Gottardi su “Il Foglio”, il Presidente Antonini ha messo subito in chiaro gli obiettivi della sua Trapani Shark: “Il mio Trapani basket può competere per lo scudetto. Qui e ora". Da neopromossa? Non significa nulla. Abbiamo comprato il meglio, spendendo tanto: puntiamo almeno alla finale. Poi all'Eurolega. Nella vita ci sono due categorie: chi è abituato a perdere e chi invece vuole vincere. Io sono come Mourinho, Ibra, Ancelotti. La vittoria è l'unico modo per zittire gli altri. E noi oggi abbiamo l'occasione di scrivere la storia dello sport italiano. Sono abituato a gestire le pressioni. Quello che mi spaventa semmai è notare che le persone attorno a me non danno più il 100 per cento”.
Antonini ha ricordato anche il forte legame che aveva con Diego Armando Maradona: “Mi manca ogni giorno. Lo porto con me in ogni cosa che faccio. È la persona e l'amico a cui devo tutto. Ogni tanto m'immagino come sarebbe averlo direttore tecnico qua a Trapani: altro che Netflix, verrebbe il mondo per girarci un film. Un uomo difficile, al quale era difficile stare vicino. Il suo sorriso vale più di ogni sua disgrazia. Negli anni fra noi si era instaurato un eccezionale rispetto reciproco. Ero a Miami, stavo per raggiungerlo a Dubai per il suo compleanno. Mi chiama un amico in comune: 'Diego ti vuole salutare'. E lui mi dice: 'Sei stato l'unico che non mi ha mai chiesto soldi, e mi ha fatto solo guadagnare'. C'era una vena di tristezza, in quelle parole, per tutte le persone attorno a lui che l'avevano usato come bancomat. Un apprezzamento raro. Gli incontri con Ortega, Maduro, Kirchner, Fernández, Morales. Potrei stare qui a raccontare per mesi. Tutto era possibile perché c'era Maradona: lui rappresentava la mia figura di trader, io ero l'unica persona di cui si fidava e così mi assegnava il 100 per cento dei rapporti istituzionali coi presidenti. I compleanni a Buenos Aires, L'Avana, Dubai. Tra karaoke, balli e musica dal vivo. Diego amava fare casino. Era un festaiolo puro: andavo a trovarlo per lavoro, finiva per cantare il repertorio romantico latinoamericano”.
Antonini ha anche sottolineato le qualità del nuovo polo sportivo che vedrà la luce a Trapani: “"E che presto invece vedranno tutti: il futuro del territorio è in questi 26 ettari. Dobbiamo attrarre i giovani del sud e farli rimanere a lavorare nel sud. La mia Trapani sia da esempio: non si deve avere paura di investire in Sicilia. Anche i grandi fondi internazionali l'hanno capito, basta vedere il Palermo calcio. E oggi le istituzioni mostrano maggiore interesse verso progetti come il nostro"