Billy Baron cita spesso le sue nove stagioni da professionista, incontrando i media per la prima volta da quando è a Milano. È quasi un mantra che serve per ribadire che di lui ci si può fidare. Ma il passaggio più importante è un altro: Billy Baron adesso vuole solo vincere ed è qui per questo.
Sulla scelta di Milano – “Dopo nove anni di professionismo avverto l’esigenza di vincere, il desiderio urgente di farlo, e non credo esista un posto migliore di Milano per riuscirci. Parlando con Coach Messina mi ha spiegato cosa gli piaceva del mio gioco ed è stato facile convincersi. Convincere mia moglie a venire in una città come Milano è stato ancora più facile. Sono qui con la famiglia da un mese e per ora mi è piaciuto tutto, la città, la cultura, la società e la squadra. Siamo un gruppo di giocatori esperti, veterani che arrivano prima dell’allenamento e restano ad allenarsi dopo la fine. Ora sono arrivati anche gli italiani e la sensazione è stata ancora positiva”.
Le impressioni sull’Olimpia – “Ricordo una partita di regular season contro Milano e la prima cosa che mi impressionò è stata la fisicità. È stata la partita più fisica che abbia mai giocato in novembre o dicembre. Un’intensità da playoff, mai vista prima. Forse nella serie che giocammo contro il Barcellona e Brandon Davies nei playoff del 2021. È quello che Coach Messina cerca di enfatizzare fin dal primo giorno, essere fisici, usare tutta l’energia che abbiamo”.
Brandon Davies è stato il giocatore più continuo dell’Olimpia in questa preseason, in cui sta mostrando le qualità offensive che l’hanno trasformato in un giocatore incluso nei quintetti ideali di due differenti stagioni in EuroLeague. Porta a Milano l’esperienza di tre Final Four, una con lo Zalgiris e due con il Barcellona, un mix di esperienza e freschezza che completa il reparto lunghi. Oggi è stato presentato ai media.
Sulla scelta di venire a Milano – “E’ stata facile, ho parlato con Coach Messina e con Christos Stavropoulos e mi hanno spiegato come avrebbero utilizzato le mie qualità. Questa squadra ha ottenuto grandi risultati anche prima che arrivassi io, ma possiamo portarla al livello successivo. Mi hanno parlato dei cambiamenti culturali effettuati negli ultimi anni e non ho avuto dubbi. Ho giocato le Final Four tre volte e non ho mai vinto, ma questo mi ha solo motivato a lavorare ancora più duro”.
Sui compagni di reparto – “Condividere lo spogliatoio con Kyle Hines è eccezionale, mi dà la possibilità di imparare tanto da uno dei giocatori più decorati d’Europa, che ha avuto successo per tanti anni e continua ad averlo. Lungo il percorso che faremo insieme ho intenzione di assimilare tanto da lui”.
Su quanto è migliorato rispetto alla prima esperienza italiana – “A Varese ero molto giovane, ed era il mio primo anno intero in Europa. Avevo trascorso mezza stagione in Francia, ma non tutta. Da allora ho lavorato tanto, giorno dopo giorno, niente accade in una notte, e sono cresciuto. Anche fisicamente, ho riempito il corpo. Allora, ero molto giovane. Ora sono maturato. Ma il basket non è solo tecnica e forza, c’è anche l’aspetto mentale. Lavorando con grandi allenatori e in grandi squadre, questo è l’aspetto in cui la differenza è più marcata”.
Naz Mitrou-Long è reduce da una stagione mirabolante a Brescia e in EuroLeague sarà un rookie, nonostante abbia già giocato per anni nella NBA. Per questo, anche se si aspetta un livello fisicità altissimo, è convinto di essere pronto per la sfida. Questo è uno dei concetti espressi durante la presentazione ai media di oggi.
Sulla scelta di Milano – “È il mio secondo anno in Italia, non posso dire abbastanza di quanto mi sia trovato bene qui, in questo paese, nel mio primo anno. Mi sono innamorato dell’Italia. L’Olimpia è un’organizzazione con una grande leadership, dalla cima in fondo, e io mi sento sono pronto, sono orgoglioso di essere parte di un gruppo così professionale, di questa cultura. Quando giochi a Milano, lo fai per vincere e non è una coincidenza che abbiano vinto tanto”.
Sull’adattamento ad un nuovo ruolo – “Mi vanto di essere un giocatore che può inserirsi in qualsiasi tipo di contesto. Coach Messina mi ha detto di essere me stesso. È quello che dice a tutti noi. Siate voi stessi. Voglio contribuire in ogni modo ai successi della squadra e, appunto, essere me stesso. Non sono così ingenuo da pensare di poter fare quello che facevo a Brescia in un roster in cui tutti possono segnare venti punti in una singola partita, ma sarò pronto a fare la mia parte”.
Sul debutto in EuroLeague: “Tutti dicono che è una lega estremamente fisica, e io mi aspetto che lo sia. Ma gioco da professionista da qualche anno, credo di essere pronto, ho visto fisicità dappertutto, al college, nella NBA. Ogni giorno lavoro per farmi trovare pronto a questo genere di fisicità e contribuire ai buoni risultati della squadra”.