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La scheda - Riccardo Rossato, il cuore pulsante della Givova Scafati

Alla quinta stagione in divisa gialloblu, il capitano si gode la sua prima volta in Serie A

Posato Riccardo Rossato

Un sogno, un desiderio, una speranza per chi fa la gavetta e vede il traguardo della massima serie come l'obiettivo più grande da raggiungere. Lui, Riccardo Rossato, che la Serie A l'ha vista vincere alla squadra della sua città natale, quella Umana Reyer Venezia riuscita ad imporsi come big del campionato italiano raccogliendo trofei di anno in anno. Il percorso del classe 1996 però è differente, nonostante le origini lagunari non c'è un percorso fatto coi colori orogranata per arrivare oggi ad essere il perno della Givova Scafati. Dopo quattro stagioni con la compagine campana, Rossato ha festeggiato la promozione e lo ha fatto da capitano in una piazza di circa 50.000 abitanti che sognava di tornare sul palcoscenico più importante dopo un'assenza di oltre quindici anni. A spingere Riccardo in questo sogno della pallacanestro c'è senza dubbio papà Silvestro – ex giocatore arrivato a militare anche in Serie B – il quale ha instillato nel DNA dei due figli una passione fuori dal comune per la disciplina. Nelle ultime gare disputate dai campani c'è sempre stato lo zampino della guardia veneta, che li ha aiutati ad emergere dalle zone calde della classifica e a diventare una vera e propria mina vagante per ogni avversaria. Giunta al decimo posto, Scafati cerca di migliorare il traguardo raggiunto nella stagione 2006-07 – quella del debutto in Serie A che li ha visti chiudere proprio in decima posizione – affidandosi al suo cuore pulsante. Riccardo Rossato viaggia a 9.7 punti, 2.5 rimbalzi e 7.4 di valutazione media a partita; tira con il 48.9% da due punti, il 39% da tre punti e l'88.9% dalla lunetta, a cui aggiunge già tredici gare chiuse in doppia cifra con un massimo in carriera di 20 punti registrati nella sfida d'andata contro la Tezenis Verona.

Tutto comincia con la prima esperienza al Leoncino Basket Mestre con cui Riccardo segna i primi canestri; presto quella che è una canottiera larga per le dimensioni diventa sempre più stretta grazie alle sue prestazioni. All'età di 15 anni gioca per la Pallacanestro Spinea, un'esperienza che dura una sola stagione e al termine del quale arriva una chiamata che può cambiarti la vita. Il basket agli occhi del giovane Rossato si tinge dell'azzurro di Italbasket con cui disputa un paio di partite in U15 prima di fare i bagagli e trasferirsi a Casalpusterlengo. La vita da fuorisede lo fa crescere e maturare, nella mente ha i percorsi intrapresi da altri grandi della pallacanestro italiana come Danilo Gallinari, Pietro Aradori e Marco Belinelli solo per citarne alcuni. Nella stagione 2014-15 si sposta in prestito al Basket Cecina dove a 18 anni dimostra di quale stoffa sia fatto; successivamente fa ritorno a casa base dove l'Unione Cestistica Casalpusterlengo si è unita al Piacenza Basket Club per dare vita all'attuale Assigeco U.C.C Piacenza. La fiducia nella giovane guardia è tanta e il suo minutaggio oscilla tra i 9.0 e i 18.0 di media a partita. La svolta però arriva a metà della stagione 2016-17 quando si trasferisce alla Viola Reggio Calabria e trova una sua identità. Nelle sei partite disputate con i calabresi registra 9.2 punti, 3.7 rimbalzi e 2.2 assist di media entrando in men che non si dica nel cuore dei tifosi. L'anno successivo gioca 29 gare e in 21 minuti di impiegio medio segna 8.7 punti, 3.1 rimbalzi e 1.8 assist; con lui la squadra vince 18 partite e presto gli viene assegnato il soprannome “Il Sindaco” per la sua gentilezza e disponibilità verso la gente che lo ferma. È il suo atteggiamento dentro e fuori dal campo a fare breccia nel front office di Scafati che dall'estate successiva decide di corteggiarlo e convincerlo a diventare un loro giocatore.

Nella città della provincia di Salerno l'ambientamento è un po' più difficile del previsto. È quasi un alto mondo per Rossato che però viene subito accolto a braccia aperte dai compagni e dalla società. Il suo ruolo all'interno della squadra è di estrema rilevanza e già dalla stagione 2018-19 trova parecchio spazio con 24.1 minuti di media a partita, chiudendo per la prima volta in carriera in doppia cifra per punti segnati (10.1) con percentuali di tutto rispetto dal campo (47.1%) e da tre (45.9%). L'anno successivo – nonostante la pandemia costringa a sospendere tutte le competizioni – Riccardo si trova ad affrontare la sua annata con una consapevolezza differente, pronto a sposare la causa Scafati a lungo termine: gioca 29.4 minuti segnando 12.1 punti di media; la sua percentuale a cronometro ferma sale dal 77.3% all'82.2% e alle doti balistiche aggiunge una solidità difensiva – chiude a 1.7 recuperi a partita – che nelle precedenti esperienze era solamente accennata. Oltre ai miglioramenti personali, crescono anche le ambizioni della Givova che punta in pochi anni a diventare un volto di spicco della A2 con l'obiettivo di ritornare in Serie A dopo quindici stagioni di assenza. Alla ripresa delle ostilità nel 2020-21, Scafati vince la sua prima Supercoppa LNP giunta al suo centenario; si ferma alle semifinali di Coppa Italia e di playoff, ma è chiaro che l'anno successivo sarà quello in cui andare 'all in' come nel poker. Guidati da un Riccardo Rossato in grande spolvero, il quale chiuderà la stagione con 14.0 punti, 3.4 rimbalzi e 1.7 recuperi, la compagine gialloblu sbanca la post-season e conquista l'accesso alla massima serie. La ciliegina per il classe 1996 arriva con il rinnovo nell'estate 2022 per un altro anno con la società del patron Longobardi.

Nonostante a stagione in corso siano arrivati differenti cambi in panchina, la guardia originaria della provincia di Venezia non ne ha risentito nel suo approccio al gioco. Principalmente utilizzato a partita in corso – sono infatti 9 le partite giocate da titolare sulle 27 totali – Rossato ha nel tiro da tre punti la sua arma migliore, convertendo il 39% dei suoi tiri in canestri (1.5 su 3.8 tentativi); la sua abilità nel muoversi senza palla lo ha portato ad essere un efficiente tiratore da situazione di spot-up, una chiave che più volte nelle ultime settimane ha aiutato la Givova a ribaltare o risolvere partite cruciali. Non c'è solamente il tiro dai 6.75 metri a rendere pericoloso il capitano di Scafati, poiché la sua propensione a lanciarsi nel traffico contro difese schierate lo porta a conquistarsi quasi tre falli di media a partita; dalla lunetta registra una percentuale altissima di successo, un 88.9% che lo proietta tra i migliori della lega (1.8 su 2.1). Al suo primo anno in Serie A non ha faticato ad adattarsi anche agli standard richiesti sull'altro lato del campo: infatti, sebbene non raggiunga numeri enormi nel dato dei recuperi, la sua costante pressione sul portatore e la sua difesa off the ball sono state fondamentali per costringere l'avversario a commettere errori non forzati. Le statistiche non portano alla luce la sua dedizione per la causa e la sua etica del lavoro; tuttavia possiamo estrapolare questo dato dalla fiducia guadagnatasi con ogni allenatore che si è seduto sulla panchina dei campani nelle cinque stagioni in cui Riccardo Rossato ha vestito i colori gialloblu, rendendolo il secondo giocatore con più presenze nella storia del club.

 

Redazione: Overtime - Storie a Spicchi

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