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Vanoli Cremona, alla scoperta di Malik Dime: “Dobbiamo restare uniti. Pasta e pizza i miei piatti italiani preferiti”

La storia del centro senegalese dei lombardi è stata raccontata su “La Provincia”

Vanoli Cremona, alla scoperta di Malik Dime: “Dobbiamo restare uniti. Pasta e pizza i miei piatti italiani preferiti”

Il centro senegalese Malik Dime è stato protagonista di un approfondimento a cura di Giorgio Gandolfi su “La Provincia”. Il lungo viaggio che lo ha allontanato dalla nativa città di Dakar è iniziato a Columbus nell’Ohio, dove viveva la madre e in cui ha frequenta­to la scuola media, per poi tra­sferirsi alla New Hope Chri­stian Academy nel North Ca­rolina. "Questa esperienza è stata importante per la mia crescita, sia come persona, che cestistica. Giocavamo infatti contro le squadre delle miglio­ri scuole medie" racconta.

Successivamente si è mostro in mostra soprattutto a­lla Washington Uni­versity di Seattle. Sotto la guida di Lorenzo Romar, Dime mostra tutto il suo valore anche a livello universitario: “Coach Romar è stato per me un mentore dal punto di vista tecnico, ma anche umano, perché si prende veramente cura dei giocatori, anche al di fuori del campo. Inoltre, a Wa­shington ho potuto giocare ac­canto a giocatori che militano nell'Nba, come Markelle Fultz degli Orlando Magic, Matisse Thybulle dei Philadelphia 76ers, Dejounte Murray dei San Antonio Spurs e Marquese Chriss dei Dallas Mavericks”.

Dopo una breve apparizione in G-League, Dime comincia a girare il mondo giocando nell’ordine in Bo­snia, Finlandia, Bulgaria, Venezuela, Ucraina, Grecia, Spagna, Israele ed infi­ne in Italia: "Giocare in Spagna ad Andorra, è stata la miglior esperienza. Mi sono trovato in un grande e organizzato campionato, confrontandomi con squadre spagnole, che giocano anche in Eurolega, come Real Madrid, Barcellona e Basko­nia, come anche ho fatto un'e­sperienza europea disputando l’Eurocup”.

Tutti questi continui cambi di squadra non lo hanno comunque mai messo in difficoltà: “Quando giunsi negli Stati Uniti parlavo già bene l'inglese, l'adattarmi al cibo nei vari Paesi non è stato un problema, e ancor più in Italia, perché adoro la pasta e la pizza. L'unico aspetto che mi è sempre mancato il clima caldo del Se­negal. Per quanto riguarda la Vanoli, pur in un momento difficile, dobbiamo continuare a stare uniti, giocare di squadra e con grande energia e grinta”.

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