Intervistato da Gaia Accoto e Niccolò Trigari, Peppe Poeta si è raccontato a tutto tondo a “LBA Conversation”, il podcast della Lega Basket che racconta la vita dei protagonisti della Serie A. Il playmaker della Vanoli ha aperto la puntata parlando delle varie critiche ricevute nel corso della carriera: “Nessuna critica in realtà mi ha dato più fastidio di altre, dato che un fondo di verità ce le hanno tutte. Sarei ipocrita se dicessi che non ci rimanessi male e che non viene toccata la tua emotività, però penso sempre che nella critica ci sia qualcosa che tu non vedi e che chi ti apprezza non vede. E quindi alla fine le prendo ancora oggi come stimolo per migliorare”.
Nel ripercorrere il suo lungo viaggio in Serie A, Peppe non può non soffermarsi sulla storica Coppa Italia vinta con Torino nel 2018: “Si potrebbe scrivere un libro per quei quattro giorni. Io mi ruppi il naso la domenica con Pesaro, martedì mi opero, arrivo diretto giù a Firenze, ho tre giocatori nuovi in squadra, Paolo Galbiati che diventa allenatore… però è stato tutto bellissimo e unico, sicuramente unico!”
Sicuramente Poeta nel corso degli anni si è sempre adattato al meglio all'evoluzione della pallacanestro e di ciò che ha richiesto ai giocatori: “Se posso trovare una qualità che ho avuto negli anni è stato una sorta di spirito di sopravvivenza, per trovare sempre un ruolo e un modo per essere utile alla causa. Ecco proprio l’ultima versione di me è quella che mi piace di più: un pelino meno attaccante, più tiratore e più passatore”.
L’intera puntata, con gli interventi di Andrea Capobianco, Davide Ferrante e Valerio Mazzola, è disponibile su tutte le piattaforme di podcasting.
