Il general manager del Banco di Sardegna Sassari, Federico Pasquini, fa il punto ad Antonello Palmas su “La Nuova Sardegna” del mercato della Dinamo, partendo dall’addio di Miro Bilan (che è passato al Peristeri del nuovo head coach Vasilis Spanoulis): “Non si è trattato di una questione economica ma di una sua scelta di vita. Era giusto tentarci, lasciandogli il tempo per pensarci. Lui e la famiglia hanno deciso per una nuova esperienza. Non dobbiamo morire per questo, ma renderci conto che siamo stati quarti anche con un centro da pick & roll come Mekowulu, per poi adattare il gioco con uno più tecnico come Miro. Non ci fasciamo la testa, siamo Sassari, vogliamo atleti motivati e siamo sempre aperti quando qualcuno vuole cambiare (vedi il caso di Spissu)”.
Sassari ha già praticamente definito l’intero roster, se si esclude lo slot del centro titolare: “Avevamo in testa la conferma di un gruppo che a nostro parere è apparso valido come avvio di un progetto. Quello che abbiamo visto nella serie con Brescia ci ha fatto capire quanto fosse buono, coeso e con ampi margini. I 96 punti con la Germani ma anche i segnali sotto il profilo della maturità in Gara 2 contro una schiacciasassi come Milano ci ha fatto pensare che ce n'era ancora. Che Dinamo sarà? Una squadra quadrata e consistente. Per come funziona ora il basket è ciò che fa davvero la differenza, piuttosto che i punti che fai e quanto talento hai. Non è un caso che Milano perda Delaney, che era un uomo chiave e trovi un nuovo equilibrio con Grant, che si rivela perfetto per migliorare i compagni (che deve essere l'obiettivo nel creare un gruppo), arrivando sino allo scudetto”.
E quindi che identikit deve avere il nuovo pivot? “Sarà uno forte. Ci siamo mossi in anticipo, abbiamo diverse opzioni, è una scelta da fare in maniera decisa ma senza ansia. La firma può arrivare tra un giorno come tra un mese”.