Nikola Mirotic, Alex Poythress, Maodo Lo, i nuovi italiani, la partenza di Paul Biligha, quella di Tommaso Baldasso e tanto altro nel tradizionale incontro di inizio stagione con i media del Coach dell’Olimpia Milano, Ettore Messina.
La off-season – “Sono stati mesi belli, perché quando vai in vacanza dopo una vittoria è tutto più divertente. Parlando, incontrando persone mi sono reso conto di quanto sia stato apprezzato aver vinto il secondo scudetto consecutivo e il trentesimo titolo. Per quanto riguarda Shabazz Napier, siamo già stati chiari. Ad un certo punto lui ha preferito un altro tipo di contratto ed è andato alla Stella Rossa. Noi dobbiamo, al Signor Armani e al Signor Dell'Orco, non solo per l'impegno economico ma anche di amore per la squadra, la possibilità di portare Nikola Mirotic a Milano. E' semplice e banale al tempo stesso. Credo anche che la serietà e il modo in cui abbiamo cercato di fare le cose in questi anni, oltre alla presenza di tanti altri giocatori di riferimento, abbia avuto un valore. Per noi è motivo di orgoglio, e di responsabilità. Ne avvertiamo già molta, ma l'arrivo di uno come rappresenta una spinta ulteriore a fare le cose nel modo migliore. Ci proveremo".
Lo stile di gioco - "Tutte le squadre fanno cose semplici, pick and roll, blocchi per i tiratori, qualcuno va in post basso. Noi aggiungiamo un giocatore come Mirotic, che è molto pericoloso in post basso, analogamente Poythress che però è anche molto atletico e versatile difensivamente, Kamagate che è un giocatore molto verticale che crescerà e avrà un bellissimo futuro. Loro ci aiuteranno a fare meglio quello che facciamo di solito. Di sicuro abbiamo più completezza tattica, più post-up, più giocatori di pick and roll oltre ai tiri in uscita dai blocchi di Billy e Shavon. Lo scorso anno avevamo sicuramente meno pericolosità in post basso di quella che volevamo avere. La profondità e la versatilità che abbiamo è una cosa eccellente".
La scelta di Poythress e la sostituzione di Datome - "Da loro (Pangos e Baron) ho avuto eccellente referenze su Alex come ragazzo: per noi è molto importante. La questione della profondità della squadra è legata anche al fatto che si stanno giocando i Mondiali e non ci sarà la finestra Fiba a novembre ma si aggiungeranno i play-in. Significa che potrebbero esserci due partite in più ma soprattutto che per confezionare il calendario di EuroLeague hanno dovuto comprimere i turni e aggiungerne uno a gennaio. Noi abbiamo cinque giocatori che non so quando e se potranno riposarsi. Arriveranno prima della Supercoppa e non avranno momenti liberi fino alla finestra di febbraio. Quindi siamo fortunati ad essere profondi nel settore dei lunghi. In più, Mirotic ci darà minuti anche da ala piccola per compensare l'addio di Datome. E' ovvio che non sono uguali, ma sono tutti e due giocatori alti che sanno tirare da fuori e giocare in post basso. Perso un campione come Datome, non avrebbe potuto esserci una soluzione di tamponamento migliore".
L'eredità della stagione scorsa - "Di positivo mi porto la coesione, perché potevamo affondare tante volte, ma è stata dura mentalmente ed è rimasta insieme, unita, grazie alla spinta dei veterani, Melli, Datome, Hines. L'impegno quotidiano e il modo in cui hanno fatto le cose nel modo giusto è qualcosa di cui sono molto grato ai ragazzi che sono ancora qui. E' ovvio che le nove sconfitte di fila, il buco che ci siamo scavati in EuroLeague, gli infortuni e l'impossibilità di avere quintetti stabili sono un qualcosa che vorrei evitare trovando in tempi logici gli equilibri giusti e continuità".
Kevin Pangos - "Ha avuto un'estate in cui ha lavorato bene, è arrivato in una condizione decisamente migliore rispetto a quella dell'anno scorso quando era reduce da un'esperienza a Cleveland durante la quale non aveva giocato molto. Ha in qualche modo concordato con la Federazione Canadese di non partecipare ai Mondiali per poter venire subito qua. Mi sembra molto conscio di quelle che sono le aspettative, i nostri desideri e di come possa essere il Pangos di Zenit, di Barcellona, quello che per tanti motivi l'anno scorso non è riuscito ad essere. Le vedo bene in allenamento, mi sembra che la presenza di Nikola e Poythress, che conosce, lo stia aiutando a esprimersi al meglio".
I giovani italiani - "Abbiamo un gruppo di ragazzi che in campionato possono e devono darci molto. Flaccadori ha già un bagaglio di esperienza importante. Mi sembra che stia interpretando bene il ruolo. Bortolani e Caruso come anche Kamagate hanno grandi margini di miglioramento. Sono giocatori che ti fanno venire voglia di venire in palestra per allenarli, perché saltano, corrono, tirano".
Shavon Shields - "Mi auguro che ritorni quello di tre anni fa come numero di partite quando ha avuto un impatto enorme. Nelle ultime due stagioni ha saltato tante partite. Nei playoff si è visto che impatto possa avere per noi pur non essendo al cento per cento. Lo abbiamo rifirmato con grande convinzione e fiducia e ottimismo pensando al futuro".
I lunghi - "Alcuni dei nostri lunghi hanno bisogno di essere serviti in velocità e movimento. Poythress e Kamagate possono anche giocare un po' di più sopra il ferro, come Tarczewzki qualche anno fa. Questo può aiutare le guardie perché quando giochi insieme ad uno che rollando può schiacciare ogni volta ti garantisce un'altra dimensione".
Biligha e Baldasso - "Quando abbiamo avuto la possibilità di aggiungere Nikola abbiamo pensato che sarebbe stato più giusto per Biligha andare da un'altra parte, arrivato a questo punto della carriera anche dopo anni importanti, l'apporto che ci ha dato nella stessa finale. Ci ha sempre aiutato, è sempre uno della famiglia, gli auguriamo un grande campionato tra l'altro in una società seria come Trento. Se non fosse arrivato Mirotic ci sarebbe stato spazio per lui, perché non avremmo preso un simil Nikola che neppure esiste. Così non c'era. Baldasso è molto più giovane. Lui voleva giocare e aveva questa opportunità a Tortona. Gli ho consigliato di andare, fare bene e magari ne riparliamo. E' un giocatore che seguiremo perché può anche tornare ad essere uno da Olimpia. Mi è sempre piaciuto il suo atteggiamento, la sua capacità di non avere mai paura di tirare ad esempio".
Nikola Mirotic- "Nel corso degli anni siamo rimasti in contatto. Ha avuto spesso gesti di affetto per me e la mia famiglia che non dimentico. E' una persona empatica, che ha subito legato con le persone che lavorano qui, è sposato, con due figli, molto religioso. Una cosa è il Mirotic giocatore, quello del Barcellona o della NBA, e un'altra è la persona. Tanto ha istinto omicida in campo quanto fuori è a posto, semplice, uno con cui vai a mangiare la pizza. E' tutto fuorché una superstar".
Maodo Lo - "Lo volevamo anche l'anno scorso, ma non se la sentiva di lasciare Berlino. Quest'anno è stato diverso, è atletico, ha avuto in mano una squadra di EuroLeague per due o tre anni, è un realizzatore e a giochi rotti può inventare qualcosa, uno contro uno. Mi sembra che completi bene Pangos perché ha caratteristiche atletiche differenti ma può giocare anche insieme a lui, come anche insieme a Flaccadori".
Il ruolo dei giovani - "Se guardiamo al mio passato ho lanciato tanti giovani nel corso della carriera, Coldebella, Binelli, Marconato titolare in Nazionale a 22 anni, Ginobii, Jaric, Nesterovic, Smodis e Andersen titolari nella squadra di Bologna del Grande Slam, Kurbanov titolare nella finalissima di EuroLeague a Praga, Bargnani. Io non faccio giocare i giovani che non sono bravi. Quelli che abbiamo qui penso siano giocatori che possono stare in campo con personalità, che è ciò che fa la differenza. Se dopo due errori te la fai sotto allora non puoi giocare. Questi ragazzi lo sanno e in allenamento cercano di guadagnare punti rispetto ai veterani. E sanno anche che in questa stagione dovranno essere pronti tutte le domeniche. E' ovvio che ci sono situazioni in cui la palla pesa di più e fai giocare chi ti dà maggiori certezze".
Il binomio con Stavropoulos - "Siamo come marito e moglie. Discutiamo ma sappiamo che non esiste un marito o una moglie migliore di quella che abbiamo".
Milano - "Oggi so che dopo due scudetti mi vogliono bene, poi so che quando perdiamo mi vorranno meno bene. Ma ogni giorno è bello venire a lavorare sapendo che siamo in movimento e possiamo ancora crescere tanto in campo e fuori":