Parlando a Paolo Bartezzaghi sul settimanale “Sportweek”, Gigi Datome ha fatto il punto sui suoi primi giorni da ex giocatore: “Ora è piacevole svegliarsi alla mattina senza dolori. La prova del nove sarà più avanti nella stagione”.
Quando Datome ha realizzato veramente di aver terminato la carriera da professionista? “Emotivamente, quando ho sentito l’inno nazionale prima dell’ultima partita al Mondiale contro la Slovenia. Ho pensato che da giocatore non l’avrei più ascoltato e pianto. E poi pochi giorni fa, alla prima trasferta con l’Olimpia. Ho raggiunto la squadra ad Atene per le amichevoli con l’Olympiacos e per i pranzi mi sono seduto con i dirigenti e coach Messina, lontano dal tavolo dei giocatori”.
Come sono state le ultime tre stagioni all’Olimpia? “Tre anni densi, con la vittoria dei due scudetti. È stato un crescendo, perché all’inizio, per la pandemia, il rapporto con il pubblico ha stentato a decollare. Poi è stato molto più forte, intenso. Un club storico, una proprietà come Armani, con un allenatore come Ettore Messina e grandi compagni. Il miglior modo di chiudere la carriera nei club”.