Intervistato sul “Corriere dello Sport”, il presidente della Carpegna Prosciutto Pesaro Ario Costa ha sottolineato l’importanza del blocco di giocatori italiani confermato nella sua squadra: “Rifare ogni anno il pacchetto stranieri comporta un lavoro straordinario e dei rischi in più. È un problema comune, ognuno al suo livello, nemmeno le big a volte riescono a trattenere gli atleti più importanti ed è comprensibile: se uno ha giocato bene, il mercato globale gli proporrà un ingaggio più alto altrove, così dirigenti e coach devono faticare per ricostruire. Non è facile riempire una pagina bianca ed è più facile sbagliare perché finché non arrivano non sai che persone ti metti in casa”.
“Tambone è al quarto anno con la maglia biancorossa – prosegue Costa -, una rarità ai nostri tempi, è il nostro giocatore-franchigia. Su Totè l'anno scorso mi sono imposto, l'ho voluto a tutti i costi e la scelta sta pagando, Non gli manca niente per arrivare a giocare in Nazionale: ha tecnica, fisico e carattere. Qui si sente considerato perché ha minuti, fiducia e possibilità. Moretti a Varese? Abbiamo fatto altre scelte, ma Davide aveva già dimostrato a Pesaro di valere”.