Intervistato da Paolo Bartezzaghi su “La Gazzetta dello Sport” dopo l’ottimo avvio di stagione con la Virtus Segafredo Bologna, Luca Banchi ha raccontato qual è la stata la cosa più bella sinora della sua avventura bianconera: “La disponibilità nei miei confronti da parte di tutti, club, giocatori, staff, tifosi".
Il leader di questo club è sul campo Toko Shengelia: “Ha passato un'estate tormentata con i club che lo hanno cercato. La carica con cui è arrivato dopo l'eccellente Mondiale non è stata scalfita. La Virtus ha fatto un grande investimento su di lui e lui su Bologna scegliendo di restare. La sensazione che è ami giocare qui".
E sul resto della squadra, invece, che pareri ha Banchi? “La squadra è cambiata poco con l'idea di redistribuire le responsabilità. Belinelli, Hackett, Dunston e Toko sono leader per definizione, esperienza, talento. Il disegno, pianificato da Scariolo e club, prevede una pallacanestro diversa, magari meno spettacolare, ma più e affidabile in difesa”.
Un commento sulla sua Lettonia di cui ormai è un idolo nazionale: “Al di là della soddisfazione per i risultati, sono orgoglioso di essere stato scelto dall'Associazione Dante Alighieri di Riga come cittadino italiano che ha incrementato i rapporti tra i due Paesi".
Banchi ha rilasciato anche un commento sul dualismo Milano – Bologna: “Grazie a due imprenditori come i signori Armani e Zanetti, il basket è tornato ad avere grandi squadre e grandi giocatori. Ho avuto il privilegio di lavorare due anni a Milano e ora a Bologna dove ti misuri con l'eccellenza. Ogni giorno, quando vado in ufficio, vedo chi è passato di qui: Porelli, Peterson, Messina, Bucci, Brunamonti, Sugar Richardson e altri. E mi chiedo cosa devo fare per esserne all'altezza".