Intervistato da Elisabetta Ferri sul “Corriere dello Sport”, Andrea Cinciarini ha parlato dell’emozione di reindossare la canotta della Carpegna Prosciutto Pesaro dopo 20 anni: “Per me ha davvero un valore enorme. Dopo 20 anni, ho rivisto una foto di una faccina adolescente che sognava di calcare i parquet della A: rifarlo con la maglia della mia città mi ha fatto sentire molto, molto orgoglioso. La rimonta di Pistoia mi ha fatto perdere dieci anni di vita, però vincere di un punto all'ultimo secondo in trasferta è stato emozionante. Lo meritavamo, per come abbiamo condotto e giocato: per 33' abbiamo dominato”.
Cinciarini è tornato a Pesaro dopo la breve esperienza a Zaragoza in Spagna: “Dopo un'estate tormentata in cui non avevo trovato la quadra, ho voluto provare un'esperienza all'estero, pensavo fosse una cosa bella da fare a 37 anni, specie in un Paese come la Spagna dove la pallacanestro è importante. Si tratta però di un campionato dove prevalgono velocità e fisico, è molto meno tattico del nostro. Le letture, insomma, non sono al centro del gioco, per cui sentivo che la mia intelligenza cestistica non era così determinante; quindi venivano meno le mie qualità e non credevo di poter dare il meglio. Ho avuto delle offerte, ma per cambiare ancora cercavo una situazione che avesse un significato per me, che mi desse motivazioni vere. Quando è arrivata la chiamata di Pesaro non ho esitato”.
Dopo la carriera da giocatore, Cinciarini proseguirà con quella da allenatore: “E' quello che voglio, ho già ottenuto il patentino frequentando il corso a Bormio. In fondo, il play ha sempre un rapporto for te con l'allenatore, e a me confrontarmi su come lavorare per migliorare la squadra ha sempre affascinato. Ma ora sono focalizzato sulla mia vita da giocatore che spero sia ancora lunga: sono super coinvolto in questa nuova avventura che deve ancora regalarmi l'emozione del debutto casalingo".