Intervistato da Linda Pigozzi sulla “Gazzetta di Reggio”, Briante Weber ha parlato del suo momento non semplice della stagione: “Vivo sensazioni strane, perché ci sono momenti in cui mi sento totalmente "dentro" la partita, e altri invece in cui ne esco fuori e non riesco ad essere me stesso. Devo trovare il modo di tornare ad aggredire la partita come sono abituato a fare e come mi riusciva bene fino a poco tempo fa. Sono il playmaker e quindi penso prima di tutto a cercare di "far felici" tutti in campo, assicurarmi che ognuno possa essere coinvolto nel modo giusto, ma allo stesso tempo questo ogni tanto mi porta a perdere un po' di naturalezza nel mio gioco. Devo ritrovare il giusto equilibrio tra la mia capacità di aggredire la partita e il coinvolgimento di tutti i miei compagni”.
Weber ha anche cercato di trovare un motivo alle difficoltà in trasferta della sua UNAHOTELS: “"Penso che la prima grossa differenza fra partite al Bigi e quelle fuori sia nelle percentuali di tiro, che in trasferta ti possono aiutare paradossalmente molto più che in casa, dove invece magari con la difesa riesci a salvarti più facilmente anche nelle serate dove non segni. Sabato a Treviso, ad esempio, abbiamo tirato bene fondamentalmente solo il primo quarto, poi male per tutto il resto della partita. Il rimedio è trovare una modalità che ci permetta di prendere tiri a più alta percentuale e forse, ogni tanto, pensare un pochino meno e lasciarci andare un po' di più”.
Domenica tra le mura amiche ci sarà la sfida molto importante contro Varese: “Proteggere la nostra casa è sempre una nostra motivazione, a maggior ragione in una stagione come questa dove, numeri alla mano, stiamo facendo tanta fatica in trasferta, vincere in casa deve essere la nostra linfa vitale. Abbiamo tutti molto chiaro in mente cos'è successo il 29 dicembre scorso, data che ci ricordiamo bene perché a Varese abbiamo giocato una partita che non ci rappresenta e che, a maggior ragione nella lotta playoff, vogliamo assolutamente riscattare”.