Intervistato da Elisabetta Ferri su “Il Resto del Carlino – Pesaro”, Matteo Tambone ha suonato la carica in vista della sfida sempre sentita contro la Virtus Segafredo Bologna (in programma domenica alle 19, live su DAZN): “Io che gioco qui da quattro anni so che contro Bologna c'è sempre stata questa mobilitazione: è una sfida speciale e, nonostante stiamo andando male, la gente non vuole mancare. Sembrerà paradossale dire che son contento, ma è la verità perché sentire attorno tanti tifosi che ci spingeranno a dare il massimo potrebbe aiutarci a ripetere una prestazione simile a quella che abbiamo tirato fuori contro Brescia”.
A Trento, nell’ultima partita, la Carpegna Prosciutto ha ceduto nella ripresa: “Ci speravamo anche noi di aver dato la svolta alla nostra stagione, invece non è stato così. Purtroppo siamo una squadra che non ha ancora un'identità precisa e trovarla a marzo ormai è complicato, non c'è più tempo. L'unica cosa che possiamo fare è lavorare a testa bassa cercando di mettere in campo tutte le nostre energie per portare a casa una salvezza che oggi sembra difficile, ma che non è ancora persa. Nemmeno se dovessimo perdere e Treviso se ne andasse a +4 sarà finita, questo vorrei che fosse chiaro nella testa di tutti. Ma almeno dobbiamo uscire dal campo con dignità”.
Dopo aver parlato anche di aver rifiutato una proposta ricevuta a stagione in corso da Scafati, Tambone ha sottolineato come Pesaro ora debba lottare: “Anche ad aprile avremo delle partite in casa che possono ancora aiutarci ad agguantare questa salvezza, ma intanto perché non cominciare da Bologna? Hanno un roster che sulla carta non è battibile per noi, ma quando la partita comincia non devi mai pensare a questo. Provarci sempre e comunque, come ha fatto Nardi con Djokovic; mi piace molto il tennis, ma non sapevo che questo ragazzo fosse di Pesaro, è stata una bella scossa per la città”.