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Basket Zone incontra Romeo Sacchetti: l'intervista esclusiva in podcast e su Discovery +

Basket Zone Sacchetti

Romeo Sacchetti arriva a Pesaro il 10 gennaio 2024 con il compito di traghettare fino a fine stagione la Victoria Libertas dopo l’esonero di Maurizio Buscaglia. Una tappa importante della carriera per provare a salvare non solo una squadra, ma anche l’intera città che vive di basket. Questa settimana Basket Zone incontra Meo Sacchetti, intervistato da Mario Castelli da oggi disponibile SU DISCOVERY+ e IN PODCAST:

«A Pesaro da giocatore non ero molto amato e me lo ricordano anche adesso quando giro per strada. Pesaro è una città che vive di basket, che ama il basket e qui non puoi barare: quando mi hanno chiamato non volevo venire perché era una squadra già costruita e avevo paura di voler imporre la mia maniera, ma mia moglie mi ha quasi obbligato ad accettare perché mi ha detto: “non puoi stare senza pallacanestro, ti manca” e aveva ragione. Ho legato subito col mio staff ed è stato molto importante, perché sono tutti di Pesaro e mi hanno insegnato cosa significa esserlo».

Dal club alla Nazionale, Meo come giocatore azzurro e poi come capo allenatore della spedizione olimpica di Tokyo 2020: «Mondiali e Olimpiadi, in Nazionale sono stati degli anni bellissimi che mi legano a tante persone importanti. Io credo nei corsi e ricorsi. Ho conosciuto mia moglie negli anni Ottanta e da quando conosco lei, anche da fidanzati, sono andato a fare le Olimpiadi e lei mi dice sempre “Ma certo che ti ho mandato io ai Giochi, mi chiamo Olimpia!”. Scherzi a parte, è sempre stata lei a infondermi quella sicurezza che ho poi trasmesso in campo ai miei ragazzi».

Tra i passaggi più importanti dell’intervista, l’aneddoto che non tutti sanno su Ettore Messina alla vigilia dei Giochi Olimpici«Lui mi ha voluto come allenatore della Nazionale, mi ha chiamato, me l’ha proposto e io ho accettato. Quando abbiamo vinto in Serbia, io volevo dare la squadra a Ettore Messina per andare a fare le Olimpiadi perché lui non le ha mai fatte. Ha vinto ovunque ma i Giochi gli mancano. Io volevo dargli la squadra per sdebitarmi. Poi qualcuno dei miei mi ha fatto cambiare idea, però ho un po’ di rimpianto adesso perché sarebbe stato giusto che la Nazionale e le Olimpiadi fossero sue. Lui mi aveva dato la possibilità e io dovevo dare qualcosa a lui»

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