Intervistato da Francesco Pioppi su “Il Resto del Carlino – Reggio Emilia” e Adriano Arati sulla "Gazzetta di Reggio", Langston Galloway ha fatto un bilancio della sua annata alla UNAHOTELS: “È stata un'annata fantastica, in cui mi sono gustato ogni singolo passo di questo percorso. La nostra evoluzione è stata qualcosa di eccezionale, perché io ho sempre creduto che avremmo fatto i playoff, ma le aspettative non erano così alte quindi è merito del gruppo che ha saputo diventare in fretta una squadra unita".
Resta un po’ rammarico per essere usciti ai playoff contro Venezia dopo esser stato sopra 2-1? "Continuo a pensare che la Reyer non fosse più forte di noi, ma in alcuni frangenti è riuscita a giocare meglio e a fare quegli aggiustamenti che alla fine si sono rivelati decisivi. Compresi quelli su di me che mi hanno messo in difficoltà e fatto tribolare a trovare ritmo. Mi hanno raddoppiato costantemente, costringendomi ad alcune forzature e palle perse. È stata una serie dura, la mia prima nel campionato italiano e credo di avere imparato parecchio".
Che cartolina si porterà via Galloway da questa esperienza reggiana? “Mi porto via tanti bellissimi ricordi, ma come cartolina scelgo le facce dei miei figli e la loro felicità. Sono stati coinvolti dal primo giorno nella comunità e adesso non vorrebbero nemmeno andarsene via. È un'esperienza lontano da casa che li ha fatti crescere moltissimo e sono grato a Reggio di questa opportunità: i tifosi ci hanno letteralmente adottato. Non so dirvi adesso quale percentuale sia, ma esiste certamente la possibilità che io torni a vestire la maglia della UNAHOTELS anche l'anno prossimo. È chiaro che prima dovrò confrontarmi con la società, perché non so quali passi vogliano fare e quale percorso vorranno intraprendere. Reggio ha lasciato il segno dentro di me, adesso però voglio solo pensare a rilassarmi”.